Venerdì 19 Aprile 2024

Juve, Elkann: "Accuse ancora non provate". Caso stipendi, la Procura chiede una proroga

Il numero uno di Exor parla così del cugino: "La sua scelta è stata quella di fare un passo indietro insieme a tutto il Cda della Juventus per difendersi nel migliore dei modi"

John Elkann assieme al cugino Andrea Agnelli

John Elkann assieme al cugino Andrea Agnelli

Torino, 26 gennaio 2023 - John Elkann torna a parlare pubblicamente delle questioni di casa Juventus. In particolare dell'addio dell'ormai ex presidente bianconero Andrea Agnelli, unitamente a quello dei membri del vecchio Cda. "Andrea resta azionista del nostro gruppo di famiglia Giovanni Agnelli ed è parte integrante del consiglio di amministrazione. Negli ultimi 10 anni - dice il numero uno di Exor attraverso le colonne del quotidiano economico francese Les Echos - ha portato a termine un lavoro molto importante come presidente della Juventus. La sua scelta è stata quella di fare un passo indietro insieme a tutto il Cda della Juventus per difendersi nel migliore dei modi da una serie di accuse che ad oggi non sono ancora state provate". 

Caso stipendi

Nel frattempo, secondo quanto emerge, in attesa delle motivazioni che hanno spinto la Corte d'Appello federale a infliggere 15 punti di penalizzazione in classifica alla Vecchia Signora per il caso plusvalenze, il procuratore Giuseppe Chiné sarebbe intenzionato ad avvalersi di una proroga di 40 giorni per condurre le indagini relative alla questione degli stipendi. Questione che risale al 2020, quando - dopo lo scoppio della pandemia - la società piemontese si accordò con i propri calciatori perché questi rinunciassero a quattro mensilità, con un risparmio contabilizzato di 90 milioni, come comunicato ufficialmente dalla Juventus. In realtà però è stata solo una la mensilità a cui i giocatori hanno rinunciato, mentre le altre tre riconosciute - spalmandole - nelle annate successive. L'intesa era stata raggiunta con delle scritture private con le quali, secondo l'ipotesi della Procura della Repubblica di Torino, si sarebbe ottenuto un taglio fittizio degli stipendi e una riduzione dei costi nei bilanci del 30 giugno 2020 e 30 giugno 2021 omettendo la posizione debitoria nei confronti dei tesserati.

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