Italia-Argentina, orari tv e ultimissime sull'amichevole della Nazionale

Si gioca a Manchester, fischio d'inizio ore 20.45. Dubbi in difesa per Di Biagio, all'esordio da Ct. Davanti dovrebbero giocare Candreva-Insigne-Immobile

Luigi Di Biagio (LaPresse)

Luigi Di Biagio (LaPresse)

Manchester, 22 marzo 2018 - Molto più di un amichevole. Italia-Argentina è allo stesso tempo la fine e l'inizio di un'era. Lo spartiacque è facile da individuare: la clamorosa eliminazione della Nazionale nelle qualificazioni dei Mondiali di calcio 2018 di Russia. Italia-Svezia è ancora impressa nella mente degli italiani, una ferita aperta impossibile da dimenticare. Per ripartire, un'amichevole blasonata che può provare ad accendere la voglia di riscatto dei tifosi. E dei giocatori, da Buffon a Chiellini, rientrati in gruppo per cercare di scrivere un'ultima pagina di azzurro, meno ingoloriosa di quella appena chiusa. E poi c'è Luigi Di Biagio, nuovo - non si sa per quanto - tecnico della Nazionale maggiore che si gioca la sua grande occasione dopo i buoni risultati con l'Under 21. Per il debutto, Di Biagio punta sul 4-3-3. Unici dubbi di formazione Florenzi-De Sciglio e Ogbonna-Rugani, con l'ex difensore del Torino in vantaggio sullo juventino. Recuperati sia Chiesa che Insigne: il primo potrebbe entrare a partita in corso, il secondo partirà titolare, in attacco, con Antonio Candreva e Ciro Immobile. 

Probabili formazioni

Italia (4-3-3):  Buffon; Florenzi, Bonucci, Ogbonna, Spinazzola; Pellegrini, Jorginho, Verratti; Candreva, Immobile, Insigne.

Argentina (4-3-3): Caballero; Bustos, Otamendi, Fazio, Tagliafico; Paredes, Biglia; Lanzini, Messi, Di Maria; Higuain.

Orari tv e dove si gioca. La partita si giocherà all'Old Trafford di Manchester e sarà trasmessa in diretta tv su Rai Uno (streaming su Rai Play) venerdì 23 marzo alle 20.45. 

CON L'ARGENTINA SI FA LA STORIA - di PAOLO FRANCI

"Hjjos de puta". "Hijos de puta". Sibilato due volte con il ghigno avvelenato. Sparato in mondovisione sulla telecamera che scivola da una faccia all’altra degli argentini, fino a lui, Diego Armando Maradona. Non regge, Dieguito, lo stadio l’Olimpico che fischia il suo inno nazionale pochi attimi prima della finale mondiale con la Germania. Perché?

È una ferita ancora aperta nella sfida tra due popoli così lontani, ma così vicini per la fratellanza costruita sulle storie di milioni di emigranti. Gli italiani fischiano l’Argentina, perchè l’Argentina ha spezzato il sogno di vincere il mondiale in casa, nel 1990. Un’Italia fantastica quella di Vicini, probabilmente la più forte di tutte, che ne aveva vinte sei su sette. Una squadra modesta, quell’Argentina, ma tosta come l’acciaio. La storia è nota: li sfidiamo in semifinale, l’illusione del vantaggio di Schillaci, i gol sbagliati, il pari di Caniggia con l’errore di Zenga, i rigori con i flop di Donadoni e Serena. Poi, Dieguito che segna il rigore decisivo in quel San Paolo che non sa se piangere o gioire per Diego. Fu, quella, una una vendetta per quanto era accaduto nel 1978, quando Bettega firmò la vittoria azzurra contro l’Argentina di Kempes, che in casa si avviava a vincere il Mondiale. Ma soprattutto, una vendetta per quello che accadde quattro anni dopo, quando Argentina e Brasile sembravano di un altro pianeta. Un uomo solo, Paolo Rossi spezzò i sogni del Brasile. Ancor prima Tardelli e Cabrini giustiziarono, invece, la presuntuosa Argentina. Quella sfida passerà alla storia per la marcatura spietata di un favoloso Gentile sul Pibe de Oro. Fu una lezione di calcio sulla quale l’Italia costruì il trionfo mondiale.

Gli argentini li abbiamo incontrati tante volte, ma mai con questa differenza tecnica. Sampaoli si permette il lusso di lasciare a casa Icardi e Dybala e qui da noi pesca Higuain, Biglia, Fazio Perotti, puntando sul talento di Martinez, Pavon, Lo Celso. Eppoi, i senatori: Mascherano, Banega, Di Maria, Aguero. Dimentichiamo qualcuno? Sì, lui, il più grande di tutti, Leo Messi che per la prima volta in carriera sfida l’Italia, visto che negli ultimi 15 anni c’è un solo precedente e lui non c’era. Loro, è chiaro, sono di un altro pianeta e il ranking Fifa è meno impietoso di quel che non dica il livello delle due squadre (loro al 4° posto, noi al 14°). È un’amichevole, certo, ma per lo stato del nostro pallone e la voglia di rinascita, è quasi una finale mondiale. Quasi.

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