Inter, caccia all'esterno: difficile Chiesa, occhi su Alonso

I nerazzurri lavorano non solo sull’attacco, servono esterni di gamba per il 3-5-2. Difficile Chiesa, c’è la Juve e potrebbe essere più adatto ad un altro modulo, si valuta Marcos Alonso

Marcos Alonso (Epa)

Marcos Alonso (Epa)

Milano, 21 aprile 2020 – C’è un tesoretto stanziato dalla proprietà che Beppe Marotta conserva gelosamente per il reparto degli esterni. Nel 3-5-2 di Antonio Conte i quinti di centrocampo rappresentano una chiave di volta fondamentale in entrambe le fasi di gioco: l'allenatore vuole spinta e difesa, uomini a tutta fascia capaci di sorreggere l’attacco e aiutare la fase difensiva. Velocità, tecnica, dedizione e sacrificio sono le caratteristiche fondamentali per questo ruolo.

L’Inter da tempo ha nel mirino un giocatore che potrebbe essere perfetto per lo scacchiere del tecnico salentino. Marcos Alonso del Chelsea, ex Fiorentina, è un elemento che abbina velocità, tecnica, qualche gol, e anche tanto sacrificio. Può correre avanti e indietro su quella fascia come piace a Conte e ora al Chelsea non è di certo un punto fermo della squadra (11 partite in stagione). Ma con Conte a Londra era imprescindibile, 31 partite in campionato nel 2016/2017 e 6 gol, 33 nel 2017/2018 con 7 gol. Insomma, per il salentino probabilmente non c’è di meglio di un esterno capace di segnare così tanto e sacrificarsi in fase difensiva. Al momento in rosa i sicuri di restare in quel ruolo sono Ashley Young e Antonio Candreva, ma lì Conte pretende altri rinforzi oltre a Biraghi, e Alonso è in cima ai suoi pensieri. Difficile, infatti, arrivare a Chiesa, forse più adatto al ruolo di punta e su cui sta premendo forte la Juventus, oltre alla volontà della Fiorentina di trattenerlo. Ma è scontro sui costi. Il Chelsea lo valuta 40 milioni nonostante non sia ora un elemento titolare, l’Inter probabilmente non ha intenzione di salire sopra i 30 milioni di euro. La volontà del calciatore potrebbe fare la differenza. Lo spagnolo ha 29 anni ed è nel pieno della maturità e non disdegnerebbe un ritorno in Italia con un ruolo principale in una squadra di prestigio e che vuole ritornare in alto. Farlo poi con un allenatore che di fatto lo ha lanciato nel calcio europeo, dopo la prima esperienza rilevante alla Fiorentina, potrebbe davvero convincerlo a spostarsi.