
Milano, 26 aprile 2023 - Snobbata, relegata, infilata negli angoli più scomodi del calendario. Cercando di non scontentare mai le big e farle scivolare senza grossi intoppi verso le fasi finali: anche per questioni di audience. La Coppa Italia, però, a primavera si trasforma sempre in un salvagente imprescindibile, il gancio nel cielo cui aggrapparsi per chiudere la stagione con un grande sorriso mentre gli altri obiettivi, magari, sono già scivolati via.
Vale anche per Inter e Juve. E per i loro allenatori. I nerazzurri, è vero, devono ancora giocare un incredibile derby di semifinale in Champions. Ma le secche attraversate in campionato e la prossima, di Champions, per niente scontata, hanno velato la stagione di una sottile delusione. Un malumore strisciante che sicuramente non tiene conto di molti dei meriti dell'allenatore piacentino, capace di mettere già in bacheca la Supercoppa e di compiere un percorso da applausi in Europa. Allegri, dal canto suo, deve fronteggiare insidie su insidie nel corso della multipla volata dei bianconeri. Non bastassero gli infortuni a ripetizione ai big che hanno costellato quest'annata, l'altalena emotiva generata dalle vicende extra campo ha destabilizzato l'anima della squadra. Che in Champions ha fallito, indiscutibilmente, trovando una certa continuità di risultati solo in campionato. Ma gli ultimi tre ko consecutivi in A, come non accadeva dal 2010-2011 con Delneri, hanno ridato vigore ai detrattori di Max.
A San Siro, stasera, è una sfida che vale molto più di quanto non si potesse pensare fino a poco tempo fa. C'è in gioco l'orgoglio di due grandi a caccia di continuità in una fase burrascosa, considerando poi che la vincitrice del confronto non potrebbe che essere la favorita in finale. Ma anche il futuro dei due tecnici è in gioco. Nell'epoca calcistica in cui il trofeo è tutto, e la pazienza dei tifosi (e dei presidenti) è molto limitata, una Coppa Italia è balsamo per lo spirito e corazza contro venti di tempesta.
Passa solo chi vince, visto il pari dell'andata. E' una partita di stelle, e ciascuna di queste può deciderla. Si vedrà in campo la Lu-La, dall'inizio o meno. Dall'altra parte, non c'è Vlahovic. E la sfida di Max è di dimostrare che anche senza di lui, la vocazione alla vittoria rimane.