Inter, Chivu in caso di esonero di Inzaghi. Moratti: "Non c'è grinta"

Il tecnico nerazzurro si gioca la panchina in tre partite: Juve, Salernitana e Benfica. Il romeno in preallarme ma per il futuro i candidati sono De Zerbi, Conte e Motta

Simone Inzaghi rischia, Cristian Chivu il possibile traghettatore

Simone Inzaghi rischia, Cristian Chivu il possibile traghettatore

Milano, 3 aprile 2023 - Traballa la panchina di Simone Inzaghi dopo la sconfitta interna con la Fiorentina. Il tecnico nerazzurro ha già il destino segnato a giugno, ma rischia provvedimenti anticipati se non riuscirà a raddrizzare la rotta nelle prossime tre partite. L’Inter arriva da tre sconfitte consecutive in campionato e da quattro ko nelle ultime cinque, un ruolino di marcia che ha compromesso la lotta ai posti Champions con la Lazio scappata a più cinque, il Milan a più uno, la Roma a pari punti e la dietro la risalita dell’Atalanta, a meno due, e addirittura della Juventus a meno sei. Insomma, serve una netta inversione di tendenza altrimenti la dirigenza dovrà prendere inevitabili decisioni. All’orizzonte c’è l’allenatore della Primavera.

Chivu in preallarme, a giugno De Zerbi, Conte o Motta

Da tempo Simone Inzaghi è in bilico e i risultati del 2023, coppe a parte, condannano il rendimento dell’Inter e del suo futuro sulla panchina nerazzurra. In ogni caso sembra scritto il destino del tecnico che dovrà a giugno lasciare spazio a un collega, ma la decisione rischia di essere anticipata se nelle prossime tre non ci sarà un netto cambio di passo. Juve, Salernitana e Benfica saranno decisive per Inzaghi la cui tesi difensiva ‘se avessimo fatto gol con Lukaku oggi si parlerebbe diversamente’ non regge agli occhi della dirigenza che già sabato sera aveva i volti scuri della delusione. L’orizzonte non è più in estate ma tra dieci giorni, perché in preallarme in caso di decisione anticipata c’è il tecnico della Primavera Cristian Chivu. Sarebbe lui l’indiziato a traghettare l’Inter fino a fine stagione se Inzaghi non dovesse riuscire a risollevare il rendimento della squadra che, per dare una idea, ha già lasciato per strada nove dei quindici punti inflitti di penalizzazione alla Juventus. E non rientrare tra i primi quattro posti sarebbe un bagno di sangue anche economico, con la proprietà costretta a procedere, per ragioni di bilancio, ad almeno un paio di plusvalenze. Non c’è dunque in gioco solo il presente ma anche il futuro ad alti livelli dell’Inter, piombata in una crisi profonda nonostante i tre trofei incamerati in due anni. Non basta il mancato cinismo a spiegare i motivi della flessione, che sicuramente partono da tante occasioni sprecate, clamorosa quella di Lukaku sabato, ma anche da un trend che da inizio stagione a oggi non ha mai reso l’Inter una candidata credibile allo Scudetto. Fino a che la squadra di Inzaghi, seppur distante, è rimasta seconda la barra ha tenuto, ma oggi la stagione sta deragliando con l’aggravante di una classifica che mette addirittura a repentaglio i primi quattro posti. Ed è obiettivamente troppo per non inserire il tecnico tra i principali responsabili. La mancanza di continuità in campionato non passa inosservata nonostante le attenuanti e gli alibi che si possono concedere, Lukaku per tanto tempo fuori, Skriniar e Dimarco gli ultimi infortunati, e l’ultimo mese ha visto i nerazzurri viaggiare ad un ritmo retrocessione, acuendo quella crisi che oggi pone Inzaghi a rischio immediato di esonero.

De Zerbi quello che piace di più. Conte e Motta ipotesi

In ottica giugno, la dirigenza è già al lavoro per capire quale direzione prendere alla guida tecnica della squadra. Un generale sarebbe Antonio Conte, ma è costoso e ci sono alcuni rapporti interni da ricucire, oltre alla necessità di allestire una rosa di qualità ad alto livello per placare le richieste di un allenatore che ovunque è andato non ha lesinato voce in capitolo sul mercato. Un altro obiettivo sensibile sarebbe il cholo Simeone, profilo adatto a dare una svegliata, ma servirebbe una separazione dall’Atletico Madrid. E allora possono diventare più credibili profili meno da prima pagina ma con idee di calcio strutturate e di stampo europeo. Il primo nome della lista è Roberto De Zerbi, che sta facendo ottime cose al Brighton ma su cui vige una clausola da 13 milioni di euro, troppo alta, mentre il secondo è quel Thiago Motta sempre apprezzato dall’ambiente nerazzurro essendo reduce dal Triplete. Il preferito è l’ex allenatore del Sassuolo, ma ha mercato anche in Premier e c’è il rischio di non avere gli argomenti giusti per liberarlo, mentre Motta costa meno e ha contratto con il Bologna fino al 2024. L’ex allenatore dello Spezia ha portato la squadra rossoblù fino all’ottavo posto ed è tra i profili più apprezzati della Serie A.

Moratti: "È sembrata una amichevole"

Sul momento dell’Inter e sulle prospettive future ha parlato l’ex presidente Massimo Moratti, uno che di esoneri se ne intende. Per Moratti, Inzaghi è il primo responsabile e grava sulla sua testa la mancanza di atteggiamento vista sabato: “Sul tema esonero non mi permetto di esprimere un parere perché io di allenatori ne ho cambiati troppi - le sue parole a Radio Anch’io Sport su Radio 1 - Ora arrivano partite difficili e la squadra dovrà darsi una svegliata. All’Inter ci sono comunque ottimi dirigenti per prendere la decisione più giusta”. E al nome di Conte per il prossimo anno, uno dei candidati, Moratti si è espresso così: “Sicuramente ha dimostrato di essere un bravo, garantisce vittorie senza ombra di dubbio”. Moratti poi ha esternato la sua delusione per il match di sabato terminato con la sconfitta interna contro la Fiorentina. Inter senza mordente, sembrava una amichevole: “Mi è dispiaciuto vedere mancanza di grinta, sembrava una amichevole bellissima e oltre al risultato serve anche l’atteggiamento”. Inzaghi poi fatica a trovare una soluzione e l’allenatore resta il primo responsabile: “Non so quale sia la soluzione migliore, Inzaghi è l’allenatore e ha la responsabilità della squadra”. E allora via al trittico decisivo: Juve martedì 4, Salernitana venerdì 7 e Benfica martedì 11. Tre partite per salvare la panchina, con due coppe da non compromettere e un match di campionato molto delicato in trasferta, con tutte le rivali Champions in rimonta. Non c’è più spazio per gli errori: o dentro o fuori. Simone Inzaghi alla stretta finale, ma con una rosa acciaccata e ammaccata con Calhanoglu fuori e Skriniar e Dimarco in non perfette condizioni. Così è tutto più difficile. Leggi anche - Il Bayern di Tuchel batte il Dortmund e torna in vetta