Inter, gelo Icardi: snobba San Siro. Marotta duro: "Serve buon senso"

La squadra vince senza Maurito e l’ad sembra aver perso le speranze

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Milano, 18 febbraio 2019 - Ora che anche il derby è archiviato con una vittoria dell’Inter senza i gol di chi (Icardi) nelle ultime stracittadine aveva sempre risposto presente, ora che in molti (nazionali esclusi) si "riposano" prima del rush finale, è arrivato il momento di mettere la parola fine all’antipatica telenovela riguardante il bomber argentino, rimasto ai margini anche nella settimana più delicata dell’anno. E neppure presente sugli spalti anche ieri sera. Dopo 33 giorni passati un po’ sul lettino del fisioterapista e molto poco a correre sull’erba di Appiano, il tesserato dell’Inter (il più pagato) che si rifiuta di giocare per dolori "insopportabili al ginocchio" (gli stessi con cui convive da settembre) deve decidere cosa fare da grande.

Lui e non solo lui, perché come in tutte le liti il torto e la ragione non stanno sempre da una sola parte. “Non voglio dilungarmi su di lui - aveva tagliato corto l’ad Marotta nel prepartita -.E’ un giocatore dell’Inter a tutti gli effetti e aspettiamo che il caso si risolva, tutte le componenti sono disponibili a risolvere il problema. Purché ci sia buonsenso...Però ci sono delle regole e decisioni prese, e queste regole le portiamo avanti”. Insomma, niente sconti. L’avviso all’ex capitano che ha abbandonato la nave è chiaro. Il problema è che a due mesi dalla fine del campionato non è più tempo di "sfogliare" margherite (“torno o non torno?”), di mettere il broncio (nello spogliatoio) o di lanciarsi messaggi criptici (ma pure con una punta di veleno) più o meno social.

La sceneggiata ha stufato, creato danni e superato i limiti della logica (ammesso che una logica ci sia in tutto questo) e del buon senso. Usare bastone e carota non sono serviti per dare una scossa all’ex capitano ammutinato e a rimetterlo in riga. E neppure i miti consigli della società all’allenatore, "invitato" a far la sua parte per il bene del gruppo. Ognuno è rimasto sulle proprie posizioni, magari pronto a fingere un armistizio per più scatenare l’inferno quando la tregua era ad un passo. E già successo un paio di volte, ma vuoi per un post di troppo di Maurito, vuoi per una dichiarazione acida del tecnico tutto è saltato.