Ibra a San Siro: "Sognavo di segnare. Alla squadra manca fiducia sotto porta"

Lo svedese, accolto da un'ovazione, è ansioso di dare il suo contributo ai rossoneri: "Non siamo concreti. Spero di portare tutte queste cose, davanti alla porta bisogna andare per ammazzare"

Leao e Ibrahimovic (Ansa)

Leao e Ibrahimovic (Ansa)

Milano, 6 gennaio 2020 - Minuto 55' della ripresa di Milan-Samp, il secondo debutto per Zlatan Ibrahimovic in rossonero. Lo svedese, accolto da una nuova ovazione di San Siro, rileva Piatek in un doppio cambio che ha coinvolto anche Leao per Bonaventura. 

"Sognavo di segnare e fare il gesto di Dio davanti la curva", Ibra non nasconde che sperava un debutto diverso, con una vittoria e con un gol per poter festeggiare sotto la curva con le braccia aperte. Il bomber però "è già un punto di riferimento" secondo il tecnico rossonero Stefano Pioli. "L'impatto di Ibrahimovic è stato positivo. Ha dato subito presenza, sostegno". E lui, Zlatan, ha già la sua diagnosi sulla squadra, e la formula giusta per il futuro: "Mancano tanta fiducia e aggressività vicino alla porta - dice lo svedese in zona mista -, non siamo concreti. Spero di portare tutte queste cose, davanti alla porta bisogna andare per ammazzare".

Lo svedese è convinto al 100% che il Milan "possa rialzarsi", e richiama i compagni al "lavoro" e al "sacrificio". Ma Ibra vuole di più: "I tifosi non sono contenti, i risultati non sono positivi". L'emozione comunque è stat forte entrando al Meazza: "Questa adrenalina mi spingerebbe a giocare ancora altri 10 anni, è stato magico vedere San Siro pieno".

Per i fan del Milan lui è il salvatore, e lo dimostrano fin dal primo momento in cui si materializza dal tunnel degli spogliatoi con cori tutti per lui, prima del'inizio della sfida con la Samp. Zlatan ha risposto agli applausi e si è rivolto a una telecamera ha strizzato l'occhio sorridendo. Poi ha cominciato il riscaldamento esibendosi con una serie di palleggi, mentre sugli spalti le sciarpe e le magliette con il nome di Ibrahimovic e il numero 21, quello scelto per la sua seconda avventura in rossonero, sventolavano in festa. La Curva Sud ha esposto uno striscione di accoglienza: "una nuova sfida da vivere insieme: bentornato Ibra".

Poi, prima di accomodarsi in panchina, e iniziare a studiare il suo Milan, Ibrahimovic è entrato nuovamente in campo ed è stato preso d'assalto dai fotografi. Un saluto con il cenno della mano ai figli e, dopo 2794 giorni dall'ultima presenza Ibra è di nuovo del Milan (Ibrahimovic nella sua prima avventura al Milan ha collezionato 85 presenze, con 56 gol e 24 assist).

Lo svedese comunque porta qualità e lo si vede subito: in 40 minuti cerca di mandare in gol Calhanoglu, Krunic e Leao. Ma visti i tiri a salve ha deciso di provarci lui con una prima incornata respinta a pochi passi dalla porta da Colley, e una seconda ben controllata da Audero. Ibra si muove bene, ma la qualità dei compagni è direttamente proporzionale ai palloni giocabili che riceve. Lui comunque è già leader, aiutando Suso contestato duramente dalla curva e riprende il giovane Leao. Aveva iniziato fin dalla panchina scherzando con Reina ("sei in forma Pepe"), o lamentandosi di alcuni fischi arbitrali e continuando a incitare la squadra. Ora Ibra gli occhi sono tutti su di te.