Lite Ibra-Lukaku, Zlatan: "Nel mio mondo non c'è razzismo". Ma è polemica per Sanremo

Lo svedese nella bufera per le frasi rivolte al belga ieri sera durante il derby di Coppa Italia. Lui assicura su Twitter di non essere razzista, ma sul web non lo vogliono più ospite fisso del festival

Lite tra Zlatan Ibrahimovic e  (Alive)

Lite tra Zlatan Ibrahimovic e (Alive)

Milano, 27 gennaio 2021 - La lite in campo tra Ibrahimovic e Lukaku ha lasciato dietro di sè diverse polemiche, e qualcuno ha accusato lo svedese di razzismo. Ma Ibra su Twitter assicura: "Nel mondo di Zlatan non c'è posto per il razzismo". Ma, come si legge su molti quotidiani, la disputa tra i due nasce da lontano, dall'Inghilterra. 

Zlatan non ha un carattere facile, e figlio di immigrati jugoslavi in Svezia, cresciuto in un sobborgo difficile di Marmo, caratterizzato da povertà, risse, furti e bullismo, non ci mette molto a perdere la pazienta, ma non è razzista: "Siamo tutti della stessa razza, siamo tutti uguali! Siamo tutti giocatori, alcuni meglio di altri", nel post un link che rimanda a Instagram dove appare un video in cui si vedono due bimbi, uno con la pelle bianca e uno con la pelle nera che si vengono incontro e si abbracciano.

Però in campo l'aria era più pesante ieri, il giocatore del Milan avrebbe apostrofato il collega avversario con una frase, che divide sul razzismo che dovrebbe contenere ("Vai dalla tua mer.. vodoo, piccolo asino"). Scene che non si dovrebbero mai vedere, e forse c'era già qualcosa che bolliva in pentola. 

Ibra avrebbe ricordato a Lukaku quanto rivelò Farhad Moshiri, proprietario dell'Everton, quando Romelu decise di non rinnovare con i Toffees e firmare per i bLues londinesi, e cioè che "sua madre, dopo un rito vodoo, gli ha detto che doveva andare al Chelsea". 

Lukaku, belga di origini congolesi, ha subito reagito al riferimento alla madre, a cui è molto legato. E Ibra, che non lesina nei 'complimenti', si è ricordato anche che contro l'interista i tifosi dello United gridavano donkey "asino", in riferimento a una sua certa parte del corpo. 

Nel dopo partita Pioli ha confermato che Ibra ha chiesto scusa, ma solo ai suoi compagni per averli lasciati in dieci, e neanche una parola sullo scontro con Lukaku. Ora nei 'riti voodoo' ci potrebbe inciampare anche Sanremo, visto che a gran voce in tanti si chiedono se sia il caso di avere l'irascibile Zlatan ospite fisso del festival numero 71, in programma dal 2 al 6 marzo. 

Anche il vice presidente del Senato Ignazio La Russa, però tifoso interista, critica la scelta di avere lo svedese a Sanremo: "La Rai dovrebbe invitare Ibrahimovic a Sanremo dopo gli insulti a Lukaku? Non dovrebbero, ma lo vorranno a maggior ragione proprio per quello: siccome è Ibra fa audience". L'esponente di spicco di Fratelli d'Italia continua: "Insulterà qualcun altro probabilmente, ma per lui non valgono i criteri per i quali ad altri è toccato scusarsi per insulti razzisti perchè quello comunque lo giri, secondo i criteri attuali, è un insulto razzista".

E gli fa eco, in maniera decisamente trasversale, Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale: "L'obiettivo è l'audience, l'audience vince su tutto. Figurarsi se levano Ibra che dopo questa lite è ancora più popolare. Anzi, credo che chiederà un aumento di cachet", conclude Marrazzo.

Anche il Codacons è intervenuto sul tema. "Dopo gli insulti razzisti da parte di Ibrahimovic nel corso del diverbio con Lukaku appare impensabile far intervenire il calciatore come ospite d'onore al Festival - sostiene il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi -. La Rai rischierebbe infatti di far passare l'errato messaggio che l'azienda avalla il razzismo, dando un posto d'onore ad un calciatore che si è reso protagonista di un episodio odioso Per tale motivo inviamo oggi una formale diffida alla Rai, dove si chiede, nel caso in cui il Festival dovesse svolgersi regolarmente, di non consentire la partecipazione di Ibrahimovic alla kermesse".