PESSINA

Un pieno di azzurro per l’Italia. La sua idea ci porta tra le stelle

di Giuseppe Tassi

E’ pieno di azzurro il cielo di Van Gogh nella sua ’Notte stellata’. E quei soli, lontani e luminosi, sono parte di un’armonia celestiale. La stessa che Matteo Pessina ritrova nella Nazionale di Mancini. Lo ha detto lui davanti ai giornalisti, rivelando la sua anima nascosta di intenditore d’arte e la fedeltà assoluta al Verbo del suo allenatore.

Nel calcio del Ct Matteo vede la stessa forza vitale e lo stesso magico equilibrio dell’universo, così come lo ha immortalato il grande Vincent.

Un bel complimento al Mancio da un ragazzo sospinto dal destino verso Euro 2020. Da tempo Pessina, 24 anni da Monza, uno dei punti di forza dell’atomica Atalanta di Gasperini, era entrato nel giro azzurro. Aveva segnato in amichevole e lasciato il sigillo del suo talento e della vocazione al gol. Ma poi, al momento di scegliere i 26 per l’Europeo, il Ct gli aveva preferito Sensi, uno dei pilastri della prima Italia manciniana.

Matteo era scivolato fuori dalla comitiva azzurra con molti rimpianti di stampa e tifosi. Poi l’infortunio dello sfortunato centrocampista dell’Inter gli ha riaperto le porte in extremis.

Capita, nelle spedizioni azzurre, che gli ultimi entrati, quelli sospinti dal destino, siano poi uomini decisivi nel corso del torneo. Penso a Boninsegna nel 1970, messo sull’aereo all’ultimo istante per l’infortunio di Anastasi, penso a Cabrini e Rossi del 1978, esplosi nel Mundial argentino grazie alla fiducia di Bearzot.

Anche il Mancio ha creduto per primo alle qualità di pessina, ma senza un gioco della sorte matteo non sarebbe stato qui a fare grande la nazionale con i suoi gol e la sua personalità.

Perchè Matteo è un tipetto davvero speciale nel mondo del pallone. Appassionato d’arte e di latino, è iscritto alla facoltà di Economia alla Luiss di Roma. Lo studio è sempre stato la priorità: questo gli ha inculcato la famiglia, a cominciare dalla nonna che lo ha spinto a considerare il calcio un premio da guadagnarsi dopo aver speso ore di studio sui libri.

Il risultato è questo ragazzo che parla in modo forbito ed elegante ha la faccia pulita e gli occhi stupiti di chi si trova a vivere una grande avventura. La passione per Van Gogh la coltiva da sempre e a casa sua c’è una copia del ’Mandorlo in fiore’.

Se la cultura e la scuola gli hanno offerto un grande sostegno, la vita calcistica di Pessina, oggi valutato 40 milioni di euro, non è stata sempre facile e in discesa. Qualche anno fa, quando militava ancora in Serie C, pensò più volte di smettere, non vedeva ripagati sul campo i suoi sacrifici, gli sembrava di pedalare a vuoto in un mondo incapace di comprenderlo.

E invece un talent-scout come Gasperini ne ha scoperto le risorse: un centrocampista solido e veloce, capace di interpretare più ruoli. Un eclettico di lusso che ama anche il ruolo di trequartista e sa catapultarsi nell’area avversaria con il tempismo di un cobra.

Ne sanno qualcosa Galles e Austria, che hanno visto gonfiarsi la rete dopo le sue incursioni devastanti. Al colmo della gioia, dopo il gol-qualificazione contro gli austriaci, Matteo si è inventato la più naturale e spontanea delle esultanze: un tuffo lungo disteso, pancia a terra sull’erba verde e umida. Sommerso dall’abbraccio dei compagni, travolto dall’entusiasmo dello stadio, Pessina è diventato un idolo anche dei social. Il video della sua esultanza ha invaso l’etere e in ogni parte d’Italia, spiagge comprese, ha trovato imitatori più o meno goffi.

Dei social Matteo è un sostenitore, al punto che attraverso la Rete spiega il calcio di Mancini, quella filosofia di gioco che è anche una scelta di vita: "In campo inseguite sempre la massima concentrazione, ma divertitevi, giocate con gioia. Il risultato? Sarà solo la conseguenza".