Euro 2020, Eriksen: "Non mollo, potrei allenarmi". E il cardiologo Carù gli dà speranza

Il luminare italiano sul malore del danese: "Se la patologia è curabile, potrebbe tornare a giocare"

I soccorsi al giocatore

I soccorsi al giocatore

Christian Eriksen potrà tornare a giocare a pallone? "Io non mollo e potrei anche già allenarmi", ha fatto sapere il giocatore della Danimarca tramite il suo agente dal letto dell'ospedale di Copenhagen dove è ricoverato, dopo il malore in campo nella partita di sabato tra Danimarca e Finlandia dell'Europeo 2020. La determinazione di Eriksen dice già molto sulle sua condizione psicologica, superata la grande paura per l'arresto cardiaco che lo ha colpito improvvisamente durante la partita. "Era come morto, il cuore non batteva, non so come abbiamo fatto a salvarlo", ripeteva ieri il medico della nazionale danese, ribadendo a tutti che si è trattato di qualcosa di veramente grave e che senza l'ausilio dei defibrillatori staremmo raccontando un'altra storia.

Messaggi di incoraggiamento

A due giorni dal malore, con le condizioni del giocatore che si sono stabilizzate, i medici provano a ipotizzare cosa sia esattamente successo al cuore di Christian e per quale motivo e a sbilanciarsi sul futuro sportivo del centrocampista dell'Inter. Se ieri il cardiologo Saniay Sharma, che ha conosciuto Eriksen ai tempi del Tottenham, ha di fatto escluso la possibilità di un ritorno all'attività agonistica dell'atleta, quantomeno per i parametri della federazione inglese non dissimili da quelli richiesti in tutti i maggiori campionati, assicurando che fino al 2019 gli esami clinici effettuati sul danese non avevamo mai rilevato nulla di sospetto, oggi altri professori di fama mondiale accendono una speranza per il campione. 

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"Carriera finita per Christian Eriksen? Non è detto, bisogna vedere la patologia. Se è curabile il giocatore potrebbe tornare a giocare". A sostenerlo è  Bruno Carù, specialista in cardiologia e medicina dello sport considerato un luminare nella materia. "Sicuramente - ha detto Carù ai microfoni di Radio Anch'io sport - c'era qualcosa che non andava bene nel cuore del giocatore prima della partita, già mentre era negli spogliatoi prima della partita c'era qualcosa che non andava bene, lo stress non c'entra niente. Non può succedere per caso quello che è successo. Il cuore non funziona così". In passato Carù si occupò del caso del giocatore nigeriano Nwankwo Kanu ai tempi in cui giocava nell'Inter: "quella era una situazione completamente diversa, aveva una cardiopatia congenita!.