Bonucci & Chiellini, c’è un muro a Wembley

Leo segna anche il gol che ci regala i supplementari: poi trasforma il rigore. Con Giorgio fa un argine che sembra invalicabile per gli inglesi

Leonardo Bonucci, 34 anni, festeggia dopo aver segnato il pareggio al 67° minuto

Leonardo Bonucci, 34 anni, festeggia dopo aver segnato il pareggio al 67° minuto

L’ottavo gol azzurro di Leonardo Bonucci è arrivato in un appuntamento che vale la storia sportiva di un giocatore. Otto, come la posizione in classifica tra i più presenti in nazionale, 109 partite con quella di ieri a Wembley, finale di Euro 2020. La metà destra della cerniera con Chiellini, blocco imprescindibile davanti a Donnarumma, incarna la personalità dell’Italia del nuovo corso.

Italia-Inghilterra: le pagelle

Un difensore, sì, ma con la qualità per avviare l’azione dalle retrovie. Un giocatore che ha pochi eguali per caratteristiche, quasi un centrocampista prestato al reparto arretrato. I tanti campionati conquistati con la Juventus, le presenze in tripla cifra in azzurro, ne hanno fatto uno dei senatori obbligati della comitiva. Il ruolo calza al personaggio. Se la palla scotta, chi ha già vinto ha meno paura. Può dire di aver messo qualcos’altro in bacheca, comunque vada. È il facile concetto del vincere che aiuta a vincere. Bonucci ha vinto, tanto.

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Avrebbe potuto farlo di più se qualche finale non fosse girata in senso contrario. Tecnicamente, per Mancini è come avere un regista aggiunto. Se l’avversario trova le contromisure a Verratti, Jorginho, Barella o chi per essi, si va da Bonucci e si prova a dare la stessa qualità qualche metro più indietro, saltando la mediana con palloni che possono finire tra i piedi di un compagno davanti alla porta oppure con cambi di campo che colgono spesso impreparato lo schieramento di fronte.

All’occorrenza, quei piedi educati sanno anche come spingerla in porta. Il gol di ieri all’Inghilterra non aveva certo un coefficiente di difficoltà altissimo. Era un gol semplice, un pallone solo da spingere oltre la linea di porta. Bisogna esserci, però, in quell’area affollata a caccia della sfera. Bisogna avere la prontezza per cogliere la grande occasione.

Nell’Italia rivoluzionata dal credo manciniano, Bonucci è l’anello di congiunzione tra un passato da dimenticare (la mancata qualificazione a Russia 2018) e un presente che ci vede tra le potenze del mondo. A 34 anni, salvo imprevisti, sarà uno dei cardini della spedizione mondiale in Qatar. La vecchia guardia che continua. Fino a quando c’è bisogno di personalità, difesa, gol.