Martedì 23 Aprile 2024

Juventus, Douglas Costa: "Che incubo gli infortuni. Senza potrei essere uno dei migliori"

Il brasiliano in un'intervista a The Player’s Tribune: "Ci sono dei momenti in cui mi chiedo se sia ancora in grado di giocare a calcio. Questa situazione è frustrante"

Douglas Costa

Douglas Costa

Torino, 25 maggio 2020 - Il dolore, ma pure la frustrazione. Fino alla tentazione di alzare definitivamente bandiera bianca e di ritirarsi. Douglas Costa ha vissuto con tanti stati d'animo diversi gli infortuni che ne hanno troppe volte tarpato le ali durante la sua carriera. Anche in questa stagione, fino al momento dello stop, il brasiliano ha dovuto dare forfait a causa di problemi fisici in tante occasioni. 16 per l'esattezza le gare saltate dal numero 11 della Juventus, afflitto da guai quasi sempre di natura muscolare, che lo hanno fatto entrare in un tunnel di cattivi pensieri. 

"Ci sono dei momenti in cui mi chiedo se sia ancora in grado di giocare a calcio e perché, ogni volta che scendo in campo, succede che mi faccio male di nuovo - ha detto Douglas Costa in un'intervista a The Player’s Tribune - Poi, quando guardo la Tv, capisco che il calcio è la mia passione e che posso giocare ancora ad alto livello. Scherzo con Alex Sandro sul fatto di avere più risonanze che presenze (18 quelle stagionali, ndr)".La tendenza a infortunarsi con estrema facilità è il grande tallone d'Achille dell'ex Bayern Monaco. "La gente dice che ho il potenziale per essere uno dei migliori al mondo, ma gli infortuni mi frenano. Questa cosa mi dà estremamente fastidio. Potrei essere un calciatore top, ma per colpa mia o no non posso essere nella migliore condizione possibile".

Per riuscire a risolvere questo problema, Douglas Costa le ha tentate tutte, facendo persino ricorso all'aiuto di un mental coach. "Ogni volta che mi faccio male mi domando cosa abbia di male e perché non riesco a giocare con continuità. E' una cosa che mi fa male - ha concluso l'esterno offensivo della Vecchia Signora - Quindi ho chiesto ogni tipo di aiuto, come ad esempio quello del mental coach. Non è uno psicologo, ma una persona che ti mostra come fatti dell'infanzia possano ancora condizionarti oggi".