Giovedì 18 Aprile 2024

Cristiano Ronaldo, alta tensione in casa Juve. Ma i numeri sono con Sarri

Il tris col Portogallo, le frecciate sue e della famiglia, gli equilibri del gruppo messi a dura prova: intanto i dati dicono che lui segna la metà dei tempi di Madrid

Cristiano Ronaldo (Liverani)

Cristiano Ronaldo (Liverani)

Torino, 15 novembre 2019 - Non toccare: rischio alta tensione. Nel dubbio, Massimiliano Allegri si era tenuto lontanissimo da quel numero 7. Tanto che in quaranta gare tra campionato e Champions, Cristiano Ronaldo era stato sostituito solo due volte, con Fiorentina e Frosinone, entrambe sul 3-0, le più classiche delle standing ovation apparecchiate. In tre mesi appena, Maurizio Sarri l’ha raggiunto, spingendosi per due volte di fila oltre le colonne d’Ercole del continente bianconero: provare a vincere oltre Ronaldo, l’insostituibile per antonomasia. Contro Lokomotiv e Milan, risultato arenato sul pari: esce Ronaldo, la Juve vince. Apriti cielo. Tanto che se l’ira di CR7 era rimasta congelata nel freddo di Mosca, al cospetto del Diavolo è divampata in un violento incendio.

Il vento del Portogallo ha soffiato su quelle fiamme che ora rischiano di intossicare gli equilibri juventini, tra le mancate scuse, l’avviso di capitan Bonucci ("al rientro parleremo") e le possibili ripercussioni sul gruppo che un precedente così può generare. Sarri aveva provato con l’alibi dell’infortunio, smontato dalla tripletta alla Lituania e gli 83 minuti in campo. "Mi sento molto bene", aveva detto Cristiano poche ore prima di sbriciolare il muro di grissini baltici. E per non farsi mancare nulla, ecco le sparate delle due sorelle di CR7. "Non si scherza con lui", twittata una. "Dio non fallisce - l’eco dell’altra -. Sta bene, e adesso?". Adesso c’è un problema vero da affrontare in casa Juve - avercene di guai così, intendiamoci - perché al ritorno dalle Nazionali (CR7 giocherà domani in Lussemburgo cercando i 100 gol col Portogallo) le luci punteranno su questo caso, montato non dalla stampa, ma dal diretto interessato. La bugia dell’infortunio nasconde, però, una verità: Ronaldo vive un periodo di appannamento.

Fatica nell’esprimersi come paradigma della squadra: gioco, segno, vinco. E’ la versione light del mostro che da una decade buona fagocita avversari e premi. Certo, anche così, Cristiano resta uno dei più forti in attività e la serie A dovrebbe stendergli tappeti rossi su ogni campo in segno di riconoscenza. Ma i numeri - religione a cui Sarri è molto devoto - dicono che, oltre le paillettes portoghesi, Ronaldo viaggia nettamente sotto le sue medie. Non ha il passo dei giorni migliori. E probabile che i file di Marco Ianni, l’"informatico" dello staff, confermino la non esplosività del portoghese. Le avvisaglie c’erano già state lo scorso anno, chiuso a 28 gol totali, peggior score degli ultimi dieci anni. Nei nove prima al Real, Cristiano aveva una media di 1,02 gol a gara (450 in 438 presenze): con la Juve è crollato a 0,59. La metà. Le punizioni, poi, una delle specialità della casa, non entrano più, con Pjanic e Dybala costretti a dargli la precedenza: 0 gol su 32 tentativi, da inizio 2018 appena due quelle realizzate (dati Opta). Numeri che impongono una riflessione: Ronaldo resta, con Messi, il più decisivo al mondo, ma va gestito, specie per averlo al top in Champions. Sarri l’ha capito. Se riesce a farlo capire anche a CR7, la Juve dalle mille risorse può davvero puntare a tutto.