Giovedì 25 Aprile 2024

Baby Ronaldo: papà, ma eri così povero?

Lisbona, CR7 porta il figlio nella pensione dove viveva prima di diventare una star

Cristianinho e Cristiano Ronaldo

Cristianinho e Cristiano Ronaldo

Roma, 22 agosto 2019 - In principio fu Jean Paul Getty. Lui, il petroliere più ricco del mondo, negli anni ‘70 decise di diseredare il nipote che amava "come un figlio", quello scelto come erede di un patrimonio infinito, prima sequestrato dalla ‘ndrangheta e poi liberato dopo il riscatto, senza il lobo di un orecchio. Il motivo: essersi sposato prima dei 25 anni, contro le ferree regole ‘nuziali’ del nonno. Da Getty ai giorni nostri, il passo è breve. Con la sostanza che non cambia e una lunga scia di nomi: da Sting a Bill Gates, da Elton John a Mark Zuckerberg, da Warren Buffet a Gordon Ramsay, tutti a pensare che ai propri figli, per un motivo o per l’altro, non si debba lasciare alcuna eredità in termini di denaro. Anche Luca Barbareschi, ultimo in ordine di tempo, si è unito al partito: "I figli dei ricchi diventano cretini, anche se non lo sono. Ai miei, non lascerò un euro in eredità".    Certo, non deve essere facile nemmeno avere un papà che si chiama Cristiano Ronaldo. Una macchina da gol, trionfi e record tirando calci a un pallone. Ma con i piedi ben piantati per terra nella vita di tutti i giorni. Lui che per un attimo, qualche settimana fa, è tornato a essere un comune mortale. CR7 è tornato alla vecchia pensione di Lisbona dove ha passato la sua gioventù e da dove è partito per diventare un campione dello Sporting. Cristiano, nel suo ritorno alle origini, ha voluto portare con sé anche il figlio Cristianinho, 9 anni e un presente fatto di ricchezza e lusso: "‘Papà, ma davvero vivevi qui?’, mi ha chiesto. Ora sembra tutto facile, le case, l’auto e non solo. Ma non puoi pensare che tutto cada dal cielo. Occorre lavorare duro ed è questo che sto cercando di fargli capire". Una lezione preziosa. Come quella che Gabriel Omar Batistuta, bandiera della Fiorentina e uno scudetto con la Roma all’inizio degli anni 2000, ha voluto dare a suo figlio: "Joaquin ha 20 anni e lavora come commesso in una copisteria - ha riferito ‘Batigol’ non più tardi di qualche mese fa - La gente si chiede come sia possibile che mio figlio faccia un lavoro normale. Per me è come potergli regalare la dignità". 

Già, dignità e orgoglio. Prendete Gordon Ramsay, 52enne cuoco scozzese che ha ottenuto fortune milionarie dietro ai fornelli delle cucine pluristellate negli ultimi anni. Lo chef ha giurato che per i suoi cinque figli c’è solo la classe economy sull’aereo, una paghetta di 50 sterline a settimana, e al massimo una casa dove vivere quando saranno grandi. Insomma: nemmeno una briciola dei risparmi ottenuti in tutta una vita. 

Anche Bill Gates 3 anni fa annunciò al mondo che la maggior parte del suo patrimonio (103 miliardi di dollari e passa) sarebbe stato donato in beneficenza e non ai tre figli, perché tutti quei soldi "distorcerebbero la loro visione del mondo e qualsiasi cosa vogliano fare nel tentativo di costruirsi una vita e una carriera. Devono farcela da soli". 

L’etica del lavoro è stata tirata in ballo anche da Sting: il frontman dei Police ha dichiarato in passato che ai suoi sei figli (avuti da due matrimoni) non lascerà in eredità la propria ricchezza. Motivo? Devono imparare il sacrificio del lavoro. Con un patrimonio stimato in oltre 300 milioni di dollari, Sting, proveniente da una famiglia operaia di Wallsend, ha ammesso che una delle sue più grandi paure è quella che i propri figli crescano senza motivazioni e stimoli poiché nati ricchi. Per questo, l’ingente eredità non finirà sui conti correnti di Joseph, Kate, Bridget Michael, Jake, Eliot Pauline e Giacomo Luke. "Non ho mai pensato di mettere da parte qualcosa per loro. Sanno che dovranno lavorare per vivere".    E poi, ancora: Elton John e il suo patrimonio di 550 milioni di dollari che piano piano toglierà dalla disponibilità dei suoi due eredi; Mark Zuckerberg e il 99% delle sue azioni Facebook (45 miliardi di dollari) progressivamente devolute in beneficenza per lasciare in eredità alle figlie "un mondo migliore del nostro". Ma forse, in fondo, aveva ragione Warren Buffett, 79 miliardi di dollari di patrimonio. Il più grande value investor di sempre ha spiegato che per i suoi tre figli disporrà solo l’1% dei propri soldi: "Continuo a credere che una persona molto ricca debba lasciare ai figli una somma sufficiente per permettergli di fare qualcosa, non per permettergli di non fare niente".