Cori antisemiti tifosi Lazio, il giudice: altre indagini. Il club: "Troveremo i colpevoli"

Il giudice sportivo della Lega Calcio ha chiesto approfondimenti prima di decidere. La società biancoceleste pronta a costituirsi parte civile

Il tifoso della Lazio indossa la maglietta con la scritta "Hitlerson"

Il tifoso della Lazio indossa la maglietta con la scritta "Hitlerson"

Roma, 21 marzo 2023 - Il giudice sportivo della Lega Calcio di serie A, Gerardo Mastrandrea, ha appeno chiesto "ulteriori indagini" sui cori antisemiti della curva Nord della Lazio nel corso del derby di domenica scorsa contro la Roma.

Il giudice sportivo deciderà sul caso entro il 4 aprile, in relazione anche all'esito degli accertamenti in corso, in merito "ai cori beceri e offensivi, di matrice anche religiosa, che risultano essere stati rivolti prima e durante la gara dalla totalità della tifoseria assiepata nella curva Nord nei confronti dei sostenitori della squadra avversaria, e che risultano essere stati percepiti nella maggior parte dell'impianto".

La decisione, sottolinea Mastrandrea, sarà presa in relazione all'esito degli accertamenti e "avuto riguardo al comportamento e alla collaborazione della società nell'attività di individuazione dei responsabili e degli ispiratori, nonché nel prevenire il ripetersi di simili deprecabili manifestazioni".

Dopo gli episodi di cori antisemiti e la diffusione sui social dell'immagine di un tifoso con una maglia con scritto 'Hitlerson', la Lazio ha deciso di ribadire ufficialmente la propria estraneità a certe condotte. E ha annunciato l'intenzione di "costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni provocati", dopo essersi attivata immediatamente all'opera per individuare i responsabili e "inibirne l'accesso allo stadio". La società biancoceleste, si legge sul sito, è sempre stata "in prima linea, in particolare con l'attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita". Contro azioni di questo tipo, "che nulla hanno a che fare con il tifo sano", il club ha sempre rivolto condanne "puntuali e mai generiche, supportate da iniziative specifiche volte a prevenire e combattere tali fenomeni".

Sul caso è intervenuto anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi: "Se guardo quello che è successo l'altro giorno dove una persona è entrata con una maglietta che oltre al numero riporta sulle spalle un nome irripetibile, credo che allora qualcosa di più ai controlli si possa fare. Un grande aiuto può arrivare dalla tecnologia". Aggiunge Abodi: "Non credo invece nella militarizzazione degli stadi, mentre credo nella responsabilizzazione individuale. Chi sbaglia paga e per far questo serve più tecnologia negli stadi. Non dobbiamo trovare alibi, bisogna anche intervenire a livello culturale partendo dalle scuole e ci deve essere collaborazione tra istituzioni".