Roma, 22 marzo 2020 - L'emergenza Coronavirus continua con i suoi effetti sul calcio: non solo i calendari, ma anche gli stipendi dei calciatori sono oggetto di decisioni molto forti. Soprattutto in Francia dove il Lione ha deciso di attuare una politica rigida visto il mancato svolgimento di allenamenti e partite da parte dei tesserati.
Il club che ha affrontato la Juventus in Champions League ha applicato la cosiddetta disoccupazione parziale (ridiscusso con il governo tramite un nuovo decreto di pochi giorni fa), con i calciatori che riceveranno il 70% del proprio stipendio lordo fino al termine di questa emergenza. E il Lione potrebbe non essere l'unico club in Francia ad applicare queste norme, dato che Bordeaux, Amiens, Nimes e Montpellier saranno le prossime a seguire questo esempio, probabilmente accompagnate da altri club di Ligue 1.
Diverso invece quanto sta accadendo in Svizzera con il Sion: il presidente Christian Constantin ha chiesto ai giocatori di ridursi lo stipendio visto il mancato svolgimento dell'attività sportiva, ma visto il rifiuto di alcuni di questi, ha provveduto al licenziamento. Sono nove i calciatori in totale a essere stati licenziati, tra cui anche due ex conoscenze del nostro campionato come Seydou Doumbia, passato fugacemente e senza gloria dalla Roma, e l'ex Palermo Kasami. I nomi degli altri calciatori sono Song, Ermir Lenjani, Xavier Kouassi, Mickaël Facchinetti, Christian Zock, Djorou e Birama Ndoye.
Non sono state sufficienti le offerte del presidente, ritenute inaccettabili da parte dei giocatori. Un caos che presto potrebbe arrivare anche in Serie A, dove però le trattative tra l'Assocalciatori e la federazione cercheranno di provare a contenere i danni di un'emergenza che si sta propagando su tutti i fronti.