Milano, 17 aprile 2020 – Il calcio professionistico prova a ripartire, ma quello dilettantistico non può avere lo stesso peso e la stessa autorità, rischiando di fatto di sparire. Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia prova a tenere la barra dritta e far sentire la propria voce, ma c’è il rischio che 3 mila società possano sparire a causa della crisi economica. E mentre la Serie A ha risorse per poter ripartire in sicurezza, il calcio dilettanti dovrebbe sobbarcarsi un aumento dei costi per via dei protocolli sanitari che non può sostenere.
RISCHIANO 3 MILA SOCIETA’ – Il presidente Sibilia, che è anche vice presidente della Figc, ha parlato a ‘Tutti Convocati’ su Radio 24, portando alla luce il drammatico problema dei dilettanti a corto di risorse e martoriati dal virus. “So benissimo che la Serie A è il traino del calcio, ma esistono anche i dilettanti – ha affermato – Sono in contatto con le regioni, le province delle zone più colpite e in questo momento si fa fatica a parlare di calcio”. Già, da un lato per ripartire serve la massima sicurezza, ma dall’altro c’è il problema delle risorse per mandare avanti il sistema dilettantistico: “Abbiamo 12 mila società e 1 milione di tesserati – ha proseguito – Stiamo parlando del calcio della formazione, delle piccole società, della base di questo sport e dell’aggregazione sociale. Noi abbiamo la necessità di essere sicuri dal punto di vista sanitario, servono esami per i giocatori e gli staff. Sono costi sostenibili? Chi le deve mettere le risorse? Attendiamo risposte”. Il rischio è di perdere tante società, la stima di Sibilia è durissima: “Potremmo perdere 3 mila società se continuiamo così" – ha avvertito il presidente, numeri che magari non impressionano i tifosi delle big d’Italia ma che inciderebbero nella vita sportiva di tutti i giorni, quelli fatti di piccole società, piccole scuole calcio, piccole realtà che aiutano i tratti sociali di un paese intero.