Giovedì 18 Aprile 2024

Inter, Conte vuole parlare con Zhang: rottura sanabile?

I nerazzurri non vogliono esonerare Antonio Conte il quale però vuole parlare direttamente con il presidente Zhang: ambizioni e rapporti interni, il tecnico critico contro qualcuno all’interno del club

Antonio Conte

Antonio Conte

Milano, 3 agosto 2020 – Mancano due giorni all’Europa League, ma l’attenzione attorno all’Inter è tutta per la sfuriata di sabato sera di Antonio Conte. Le dure parole del tecnico a Sky hanno di fatto aperto lo squarcio con il club e ora davanti non ci sono che due soluzioni: accontentarlo in tutto e per tutto o valutare una separazione. Conte si è lamentato della mancata protezione della società e ha fatto riferimento ad una conferenza di Luciano Spalletti del 2018 in cui il tecnico di Certaldo criticava la troppa facilità con cui le formazioni escono dalla Pinetina verso la stampa.

No esonero

La situazione per quanto riguarda l’Inter è abbastanza chiara: non c’è la volontà di esonerare Conte. Sicuramente le parole non sono piaciute e probabilmente se si trattasse di un altro tecnico la soluzione finale sarebbe quella dell’allontanamento, ma considerando che le ambizioni della società erano partite proprio con la scelta di Conte e che il suo ingaggio è di 12 milioni l’anno non ci sarà probabilmente la cacciata. C’è poi da considerare che economicamente sarebbe un bagno di sangue esonerare Conte e trovare un altro allenatore di prima fascia (Allegri?) con Spalletti ancora sotto contratto.

Conte vuole Zhang

Il presidente Zhang può essere la vera carta risolutoria della questione. Conte vuole parlare direttamente con il capo perché probabilmente si fida il giusto di una dirigenza che, secondo lui, non lo avrebbe assecondato a pieno. Ma il numero uno interista è bloccato in Cina ed è un altro fattore che al tecnico non piace: Conte vuole parlargli direttamente e spiegargli cosa non va. Di sicuro anche il presidente non ha vissuto bene lo sfogo, convinto che l’Inter abbia fatto di tutto per fornire a Conte gli strumenti necessari per competere. In qualsiasi altro caso, passata l’Europa League, ci sarebbero state tutte le possibilità per una separazione, ma i 12 milioni di motivi valgono da una parte e dall’altra. Difficile un esonero, per costi, difficili le dimissioni: l’unica via, se separazione sarà, pare essere la risoluzione consensuale.