Giovedì 25 Aprile 2024

Inter, ritorno di Conte possibile? I motivi del sì e del no

Dall’Inghilterra si è parlato di un contatto informale tra Conte e l’Inter, ma ci sono reali basi per trattare? In teoria no, ma dipende dall’evoluzione del mercato e della vicenda Juve

Antonio Conte

Antonio Conte

Milano, 8 marzo 2023 - Antonio Conte e l’Inter, un clamoroso ritorno? Allo stato attuale delle cose non esiste una trattativa tra le parti, ma il fatto che l’allenatore salentino voglia tornare in Italia apre le porte al mercato. Dall’Inghilterra si parla di contatto informale con l’Inter, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E c’è di mezzo pure la Juve che però dovrà guardare ai suoi guai giudiziari. I motivi del sì e del no al possibile ritorno di Conte in nerazzurro.  

Costi elevati, rapporti con la dirigenza: più no che sì

Antonio Conte all’Inter ha vissuto due stagioni positive e piene di emozioni. All’esordio ha riportato il club a lottare per il campionato, perso solo sul finale contro la Juve, ma soprattutto l’ha riportato ad una finale europea dopo dieci anni. La sconfitta con il Siviglia ha privato l’Inter di un trofeo internazionale importante, ma sono state poste le basi per l’annata successiva. Tra l’altro, nella stagione di esordio, Conte ha raggiunto le 100 vittorie in Serie A, il più veloce a conquistarle da allenatore, e ha vinto i due derby contro il Milan e non accadeva a un debuttante nerazzurro dal 1946. L’anno successivo è stato invece quello dello Scudetto, nato inizialmente con qualche alto e basso di troppo ma alla fine vinto con una grande cavalcata trionfale e con quattro giornate di anticipo. Nonostante il successo, Antonio Conte ha deciso di separarsi dall’Inter il 26 maggio in seguito a un incontro a Villa Bellini con il presidente Steven Zhang. E proprio da qui si parte con i motivi del no verso un possibile ritorno, o quantomeno le scorie che rischiano di complicare una eventuale trattativa. Di sicuro, Antonio Conte non si è lasciato bene con l’area tecnica nerazzurra, Beppe Marotta e Piero Ausilio, e un eventuale ritorno significherebbe far coesistere queste due anime. D’altronde, in quel maggio 2021 Steven Zhang fu quasi obbligato a scegliere tra Conte e i due dirigenti. Un altro nodo non di poco conto è relativo ai costi. Riportare l'allenatore in Italia significa aprire i cordoni della borsa, sia come ingaggio del tecnico sia come strategia di mercato. Sappiamo quanto Antonio Conte sia intenzionato a richiedere acquisti di qualità per mettere in mostra il suo calcio, ma l’Inter vive anni di equilibri economici difficili da trovare - serve per esempio una plusvalenza a giugno - e le necessità di bilancio mal si sposano con le esigenze dell’ex allenatore della Juve. L'Inter avrà reale intenzione di cambiare Simone Inzaghi? Accadrebbe sicuramente in caso di mancata qualificazione Champions, e se l'Inter decidesse di andare dritta su Antonio Conte dovrebbe poi superare questi due alti scogli. Non solo. Ci sarebbe da battere la concorrenza. Quale? Principalmente della Juventus, pronta a riabbracciare l’ex tecnico e giocatore bianconero per rilanciare le quotazioni di una squadra lontana dallo Scudetto da tre anni a questa parte. Ma in questo caso, come noto, peseranno le vicissitudini giudiziarie: una Juve fuori dalle coppe europee e pesantemente sanzionata in Italia renderebbe impraticabile la pista Conte.

 

I motivi del sì

Partendo proprio dalle strategie della Juventus, si possono trovare un paio di buoni motivi per un clamoroso ritorno. Antonio Conte sembra intenzionato a tornare in Italia, ma tante panchine disponibili non ce ne sono, quantomeno per competere ad altissimi livelli in Serie A e in Europa. Ci sarebbe ipoteticamente il Milan, ma non ci sono particolari margini per Conte in rossonero, ci potrebbe essere la Roma in caso di uscita di scena di José Mourinho, ma in questo caso servirebbe imbastire un progetto vincente, e alla fine rimarrebbero appunto Juventus e Inter. Se sui bianconeri pesano le indagini, sui nerazzurri pesano i costi economici della possibile operazione, mentre i risvolti positivi sarebbero quelli ambientali. Da ex juventino, Conte ci ha messo un po’ ad entrare nelle grazie dei tifosi nerazzurri ma alla fine ci è riuscito e lui si è trovato molto bene a Milano, sia come città sia come ambiente. E aver riportato uno Scudetto in bacheca è un valore aggiunto forse ancora più premiante delle due Supercoppe e della Coppa Italia vinte da Simone Inzaghi. Chiaro, oggi i motivi del no sembrano maggiormente impattanti rispetto a quelli del sì, ma l’evoluzione del mercato, se davvero Conte volesse tornare in Italia, potrebbe spalancare maggiori spiragli e appianare eventuali divergenze passate. Resta però un dato di fatto, ora l’Inter un allenatore ce l’ha, ed è Simone Inzaghi, la cui riconferma sarà influenzata dal piazzamento nei primi quattro posti in campionato. Ma è il trend che sembra penalizzare l’attuale tecnico, che ha perso sul filo lo Scudetto dell’anno scorso ed è progressivamente scivolato lontano quest’anno, con un Napoli in forma smagliante e distante 15 punti. Le troppe partite perse e una gestione del gruppo a volte difficoltosa, oggi per esempio c’è un Marcelo Brozovic riserva, potrebbero comunque incrinare la posizione di Inzaghi, con la necessità da parte della dirigenza di affidare la panchina a un nome forte con curriculum e pedigree chiari. La domanda, però, sorge spontanea. Antonio Conte, che vuole sposare progetti vincenti, come potrebbe accettare la necessità di una plusvalenza in uscita per motivi di bilancio? L’Inter non solo perderà Milan Skriniar ma sarà quasi certamente costretta a cedere un giocatore per fare cassa e quel nome continua a essere Denzel Dumfries, corteggiato da Chelsea e Manchester United e su cui la stima del club nerazzurro è di 40-50 milioni di euro. La perdita dell’olandese sarebbe un problema dal punto di vista tecnico? Dipende dalle varie prospettive, considerando che nell’ultimo periodo, diciamo dal mondiale in poi, l’olandese ha perso la titolarità in favore di Matteo Darmian. In sintesi, potrebbe essere un sacrificio accettabile e ancora di più se la dirigenza riuscisse ad azzeccare il sostituto magari a cifre non esorbitanti. Il nome? Tajon Buchanan, canadese classe 1999 in forza al Club Bruges e reduce da 18 partite di campionato con 1 gol e 4 assist. Il costo? Non eccessivamente oneroso per i parametri attuali. Si parla infatti di 10-15 milioni di euro, cifra accessibile per l’Inter a fronte di una corposa plusvalenza in uscita. Leggi anche - Champions League, dove vedere Tottenham-Milan