Martedì 23 Aprile 2024

Buffon dice addio alla Juve: "Sabato la mia ultima partita"

Il capitano lascia i bianconeri dopo 17 anni. "Tra una settimana decido se lasciare o meno il calcio"

Gianluigi Buffon (Lapresse)

Gianluigi Buffon (Lapresse)

Torino, 17 maggio 2018 - "Quella di sabato sarà la mia ultima partita con la maglia della Juventus". Dopo 23 anni di carriera, di cui 17 alla Juve, e nove scudetti, Gigi Buffon dice che può bastare, almeno in bianconero. Lo ha fatto ufficialmente oggi, molto emozionato, davanti a una platea di giornalisti all'Allianz Stadium di Torino. Dopo una breve introduzione del presidente bianconero, Andrea Agnelli ("Grazie di cuore per questi 17 anni"), il capitano di Juve e Nazionale ha preso la parola, con la voce un po' strozzata dall'emozione. 

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"Credo sia il modo migliore per finire questa grandissima avventura, con altre due vittorie. Avevo temuto di arrivare alla fine della mia avventura da sopportato o sa giocatore che aveva fuso il motore, posso dire che non è così e ne sono orgoglioso". Gigi fa fatica a parlare, sembra travolto dai sentimenti. Il recordman di presenze in Nazionale e campione del mondo nel 2006 si dice orgoglioso della sua carriera. 

Proprio nei confronti della Juventus le parole più sentite e più belle.

Gigi ricorda come questa grande società lo abbia preso ancora talento acerbo e gli abbia dato la possibilità di diventare il campione che è oggi. Una dichiarazione d'amore per la società in cui ha militato e vinto.

Il futuro? "Fino a 15 giorni fa era risaputo e certo che avrei smesso di giocare, adesso sono arrivate delle proposte e delle sfide stimolanti sia in campo che fuori e la più importante, per quel che riguarda il fuori, me l'ha fatta pervenire proprio il presidente Agnelli. La prossima settimana, dopo 2-3 giorni di riflessioni, in modo sereno prenderò la decisione definitiva che alla fine sarà quella di seguire ciò che urla la mia indole e la mia natura".

Iniziano le domande, ad alcune, sul suo futuro ha già risposto. Ma sulla Nazionale qualcosa da dire ce l'ha: "Se Buffon era diventato un problema tre mesi fa, non oso pensare cosa possa diventare tre mesi dopo e ipoteticamente sei o 12 mesi dopo, diventerebbe qualcosa di estremamente complicato da gestire, un qualcosa dal quale voglio tenermi lontano perché non penso di meritarlo e la Nazionale ha già grandi e giovani portieri che hanno bisogno di fare nuove esperienze". E conferma anche l'addio al gruppo azzurro: "Il 4 giugno non sarò in campo a Torino. Non ci sarò, perché come ho detto prima la Nazionale è un'altra parentesi che ha caratterizzato il mio percorso e la mia vita calcistica. Tutti in azzurro mi hanno dato il meglio di loro mentre giocavamo e combattevamo per i nostri obiettivi, non ho bisogno di altri attestati di stima e celebrazioni varie, le persone vanno rispettate e onorate se si pensa che hanno un valore quando sono vive e non quando sono morte".

Un giornalista gli ricorda le dure parole contro l'arbitro della sfida di Champions persa contro il Real Madrid, Buffon ora è più calmo: "Nella notte di Madrid fuori dal campo ho sicuramente trasceso e ne sono estremamente dispiaciuto. Se avessi incontrato due giorni dopo l'arbitro Oliver l'avrei abbracciato, chiedendogli scusa, confermandogli però che poteva andarci un po' più calmo, per una partita così importante per noi e per il sottoscritto. Ma non porto rancore".

Una squalifica dell'Uefa? "Penso che sarebbe normale e giusta, anche se resta da capire perchè l'arbitro abbia decretato un'espulsione che ad oggi non ho capito". Poi ricorda: "In 23 anni di Champions non sono mai stato espulso né squalificato, ho sempre avuto una condotta educata e sportiva", ma quella di Madrid "è stata una situazione particolare, con i sentimenti e l'animo dilaniato non potevo che dire quelle cose".

Buffon

Infine l'ultimo pensiero alla sua Juventus: "Fine di un ciclo? La Juve prima di me ha avuto Zoff, Sentimenti, Peruzzi, Tacconi, talmente tanti che se avessi la minima presunzione di pensare che la Juve senza di me chiude un ciclo, sarei da rinchiudere. L'unica parte imprescindibile della Juve è la famiglia Agnelli, che guida questa squadra da 95 anni ed ha dalla sua la forza dei risultati".