Formula 1, nodo budget cap. Binotto: "Non possiamo diventare una Formula 2"

Il team principal della Ferrari ha parlato a Race Fans del budget cap e della possibilità del Cavallino Rampante di estendere il suo reparto corse a Wec e Indycar

Mattia Binotto

Mattia Binotto

Bologna, 11 giugno 2020 – A poche settimane dal via del mondiale di Formula 1, falcidiato e rivoluzionato dal coronavirus, la Ferrari deve anche affrontare i suoi piani futuri relativamente al reparto corse. Il budget cap in Formula 1, passato a 145 milioni di euro, ma si pensa ad una ulteriore restrizione a 120 milioni, porterà il Cavallino Rampante a valutare altri campionati per preservare il suo parco dipendenti. Si parla di Wec e Indycar, con il nuovo proprietario Penske che ha ammesso di aver intavolato un discorso preliminare con Ferrari. Di questo ha parlato Mattia Binotto al portale Race Fans.

“La discussione sul budget cap non è stata rapida – ha affermato – Noi abbiamo cercato di approfondire il più possibile i numeri e intavolare un confronto attivo, un approccio basilare per trovare soluzioni. La possibilità di veto? E’ un aspetto che arriva alla fine del processo e solo se si è completamente in disaccordo”. Ma Binotto non vuole un terreno di scontro in seno alla Formula 1, consapevole che Ferrari è una componente importante nel circus e che un Mondiale valorizzato sarebbe un vantaggio anche per la rossa: “Il bene della Ferrari è il bene della F1 e viceversa – ha proseguito Binotto – Questa non è una battaglia, serve senso di responsabilità e collaborazione nella giusta direzione”. Come detto, una sensibile riduzione del budget cap porterà Ferrari a preservare e proteggere il parco dipendenti, il pensiero di Binotto sull'apertura a Wec e Indycar: “Non è solo una questione di numeri – ha avvertito il manager – Per noi la prima conseguenza è l’occupazione dei nostri dipendenti e siamo convinti che il nostro primo obiettivo sia proteggere chi lavora da noi”. La strada intrapresa è quella dunque della riduzione dei costi, strategia su cui spingono fortemente i team più piccoli e si teme un ulteriore taglio: “Credo che i team più piccoli chiederanno un numero sempre inferiore, ma noi pensiamo che la Formula 1 debba essere la casa dell’innovazione tecnologica e non possiamo diventare una Formula 2 o una Formula E. La F1 è il top della tecnologia e il fatto che i team si spingano sempre oltre i limiti per noi è importantissimo”.