Mercoledì 24 Aprile 2024

Balotelli, ha deciso di buttarsi via. Così abbiamo perso tutti

Sul campo regalava magie: ora fa il bulletto

Sotto accusa per una bravata, nel 2011 Balotelli esultò con una maglietta polemica (Ansa)

Sotto accusa per una bravata, nel 2011 Balotelli esultò con una maglietta polemica (Ansa)

Roma, 9 luglio 2019 - Con Mario Balotelli stiamo perdendo, anzi, abbiamo perso tutti. Compresi quelli che, in nome di un pregiudizio, rifiutavano persino l’idea che nerissimo di pelle potesse essere l’erede di Gigi Riva e Paolo Rossi, bianchissimi eroi del gol in salsa azzurra.   Abbiamo perso, come italiani, perché Super (si fa per dire) Mario per primo ha deciso di buttarsi via. L’ultima vicenda da guappo, i soldi offerti a uno sciagurato disposto a gettarsi in mare a bordo di uno scooter, cos’è, se non l’ennesimo brutto capitolo di una sceneggiatura scritta male ed interpretata peggio? Peccato, eh. Io sono uno di quelli che si è entusiasmato, quando il bresciano Balotelli, giovanissimo e fortissimo attaccante, apparve nei cieli del calcio mondiale. Come una cometa. Vestiva la maglia dell’Inter e regalava magie. Tanto che in televisione mi capitò di dire, scherzando, che avrei inaugurato uno sciopero della fame pur di vederlo in Nazionale. Marcello Lippi, allora ct, mi fece garbatamente sapere che potevo continuare a mangiare, tanto lui il ragazzo non lo avrebbe chiamato. Beh, mi dispiace ammetterlo: aveva ragione.   È incredibile il numero di occasioni che Mario ha sprecato, tecnicamente parlando. Dall’Inter di Mourinho al Manchester City degli sceicchi, due volte al Milan e poi il Liverpool e ancora il Nizza e infine il Marsiglia. Ovunque montagne russe, alti (pochi) e bassi (molti), promesse non mantenute. Oggi non ha una squadra, alla fine la troverà ma comunque sarà un ripiego.   Eppure, questo è il meno. La vera sconfitta per lui (e per i tanti che, come me, hanno creduto nel campione e nel personaggio) è stata la dissipazione dell’immagine pubblica del bomber di radici ghanesi adottato da bravissima gente. Più ti sforzavi di sostenere che Mario meritava un’altra occasione, perché in fondo era un bravo ragazzo e veniva da una famiglia meravigliosa, ecco, più lui si incaricava di confezionare le balotellate, divenute addirittura un genere letterario.   Nel 2014 eravamo in Brasile per i Mondiali. L’Italia fu eliminata al primo turno da Costa Rica e Uruguay. Non certo per colpa del solo Mario. Che però fu l’unico a replicare alle legittime critiche tirando fuori il razzismo. Ce l’avevamo con lui perché era nero. Io, che avevo dato 4 in pagella anche ai bianchissimi Cassano e Marchisio, scrissi che evidentemente il pregiudizio non ha colore.   È andata così. Non doveva andare così. Il Balotelli vero e migliore poteva essere e talvolta è stato il simbolo di una integrazione sana, positiva, utile persino a chi non condivide l’approccio multietnico. Auguri a Mario per il futuro. Ne ha bisogno.