Martedì 23 Aprile 2024

Balotelli allontanato dall'allenamento. Prende l'auto e se ne va sgommando

Brescia, l'attaccante a testa bassa verso gli spogliatoi. Cori razzisti, stop alla chiusura della curva del Verona

Mario Balotelli (LaPresse)

Mario Balotelli (LaPresse)

Brescia, 21 novembre 2019 - "Why always me?", recitava una scritta impressa sulla maglietta di Mario Balotelli, durante l'avventura al City. E viene da chiederselo anche oggi, dopo l'ennesimo episodio di tensione che ha visto protagonista il calciatore italiano. L'attaccante - durante l'allenamento pomeridiano del Brescia - è stato allontanato dall'allenatore Fabio Grosso nel bel mezzo di un'esercitazione, circa mezz'ora prima del termine della seduta.  "Mario vai, Mario vai!", ha detto il mister al giocatore che era apparso particolarmente nervoso. Balotelli ha obbedito, abbandonando il terreno di gioco e dirigendosi a testa bassa verso lo spogliatoio da dove è uscito pochi minuti dopo. Quindi è salito in auto e, sgommando, è andato via verso casa, allontanandosi dal centro sportivo di Torbole Casaglia. Sull'episodio, l'ufficio stampa delle Rondinelle si è limitato a spiegare che "Balotelli è stato sostituito da Grosso durante le prove tattiche della partitella e ha raggiunto anzitempo gli spogliato". A tre giorni dalla trasferta di Roma non sono escluse delle prese di posizione da parte di Grosso e del patron Cellino nei confronti del giocatore.

Balotelli e i cori razzisti in Verona-Brescia

Sempre oggi, è arrivata la decisione della corte sportiva d'appello nazionale della Figc sul caso dei cori razzisti ricevuti da Balotelli durante Verona-Brescia. La Corte ha sospeso la chiusura del settore Poltrone Est dello stadio Bentegodi di Verona, decisa dal giudice sportivo. Disposto un supplemento istruttorio per esaminare il ricorso presentato dal club veneto, sospendendo la sanzione in vista della partita Verona-Fiorentina di domenica. 

Una decisione, quella della Corte, che lascia "molto deluso" il presidente della federcalcio, Gabriele Gravina. Gravina, dopo la decisione del giudice sportivo Mastrandrea, aveva valutato positivamente la sentenza considerandola in linea con la politica della Figc di lotta al razzismo nel calcio.