Cassano iscritto al corso per direttori sportivi

L'ex talento barese da lunedì a Coverciano

Antonio Cassano

Antonio Cassano

Firenze, 13 settembre 2019 - E' noto: tra i compiti del direttore sportivo - si chiama direttore mica per caso - oltre alle magie di mercato e i duelli con i procuratori, c'è anche la gestione dell'area tecnica. Tradotto: la squadra. Tradotto: i giocatori. E se uno di questi non si comporta bene becca il primo warning magari dal capitano, poi dall'allenatore, ma se insiste e prende la via della recidiva, finisce nell'ufficio del direttore sportivo, per passare qualche poco piacevole minuto. E incassando, of course, un gran cazziatone e magari una multona.

Ecco, ora, come in un film, provate a immaginare la scena. Una stanza con un lussuoso tavolo di legno pregiato e lussuose poltroncine. La finestra che dà sui campi assolati. Mac sul tavolo, foto alle pareti del ds con questo e quello quando era giocatore. Maglie incorniciate. Tv a 100 pollici ovunque, 18 lettori video per visionare i giocatori e, sicuro, il trolley di gran marca sempre pronto all'uso. E adesso immaginate che da un lato di quella scrivania si sia accomodato il 'cazziando', cioè il calciatore che sta per essere cazziato. Dall'altra il direttore sportivo: il signor Antonio Cassano.

Sì, sì, avete letto bene: Antonio Cassano. Eh già perchè l'ex talento barese s'è iscritto al corso per direttori sportivi che partirà lunedì a Coverciano. Cioè, vuole imparare a fare il dirigente, lui che s'è sempre mostrato assai poco entusiasta di fronte all'insegnamento. E che fosse un prof, un tattico o un allenatore poco cambia. Eppoi - scusate se mi viene da sorridere - pur con tutto il rispetto per uno dei più straordinari talenti del nostro pallone. Ma voi ce lo vedete Cassano che riprende un giocatore, richiamandolo al codice di comportamento della società? Sicuramente, non stonerebbe la sua schietta e naturale simpatia. Sicuramente no. Però il resto, dai.

Cioè, pensate a quel giocatore che se ne sta lì seduto a beccarsi la ramanzina e nel mentre ridacchia di nascosto ricordando quando Antonio, nel 2001, scopre di non essere titolare nell'Under 21 di Gentile e allora sai che fa? Prende la macchina e se ne va dal ritiro azzurro.

Oppure magari che so, Cassano cazzia per gli atteggiamenti con l'arbitro il capitano del suo club e quello riavvolge mentalmente il video con le corna mostrate a Rosetti o gli insulti a Pierpaoli nel 2008, con la maglia della Samp. Per poi non ricordare le cose peggiori, come gli irripetibili epiteti al presidente blucerchiato Garrone. Come fa, Cassano, a dire a un giocatore di rispettare i dirigenti? Mica semplice. E, ancora, la rissa sfiorata con Stramaccioni, la lite con Delneri l'attacco a Galliani e quell'imitazione di Capello a Madrid che gli costerà carissimo. Sì a Madrid dove s'era presentato con un inguardabile giubbotto di coniglio e un brillante all'orecchio grosso come un fanale di una Punto. Insomma, le famose cassanate no?

Ecco immaginate quella stanza di cui parlavo prima. Quel giocatore, Quel direttore sportivo, il signor Antonio Cassano, che cazzia il giocatore e poi gli fa: "Adesso ti dico io come devi comportarti...".