Giovedì 25 Aprile 2024

Napoli, l'era Ancelotti comincia nel segno del lavoro di Sarri

La vittoria che ieri sera ha aperto il campionato dei partenopei è maturata grazie agli schemi lasciati dall'allenatore del Chelsea, con l'aggiunta della novità Milik

Lazio-Napoli, l'esultanza di Insigne e Milik

Lazio-Napoli, l'esultanza di Insigne e Milik

Napoli, 19 agosto 2018 - Il pesante successo all'Olimpico contro la Lazio - ormai una sorta di tradizione positiva dalle parti di Napoli - in un colpo solo ha scacciato tutte le nubi che aveva lasciato un precampionato balbettante, allontanato dal debutto quasi perfetto di Carlo Ancelotti sulla panchina azzurra. DOVE ERAVAMO RIMASTI? - Già, quasi, perché analizzare una partita solo in base al risultato è notoriamente un errore. La creatura dell'allenatore di Reggiolo è infatti ancora distante dal raggiungere gli automatismi dell'era Sarri, ma il fatto che nonostante questo lecito periodo di adattamento la stagione sia cominciata con una vittoria è un ottimo segnale. Continua a destare non poche preoccupazioni la tenuta difensiva. Basti pensare alla facilità con la quale i padroni di casa hanno segnato in uno dei pochi attacchi portati avanti in un match che per i biancocelesti è ormai un tabù: dalla stagione 2012/2013 la Lazio ha perso ben 10 dei 13 incroci con il Napoli. Dopo il gol di Immobile, infatti la squadra di Simone Inzaghi si è chiusa su se stessa, spianando la strada alla crescita graduale degli ospiti, il cui campionato è cominciato nel segno di una sorta di continuità con il passato. A parlare sono le statistiche: si va da quella del possesso palla (61% in favore del Napoli) alla mole enorme di passaggi completati (625, più del doppio di quelli effettuati dai biancocelesti), senza tralasciare i 10 tiri totali. Ancora più emblematico dei numeri è però lo schema classico ammirato in occasione della rete dell'1-1. HAMSIK DA RIVEDERE - Apertura di Insigne sul fronte opposto, dove l'intesa con Callejon sembra quella dei giorni migliori (in barba a una presunta flessione dello spagnolo): poi palla al centro per l'accorrente punta, lasciata colpevolmente libera dalla difesa di casa. L'unica differenza è che l'attaccante in questione non è più Mertens ma un Milik sempre più padrone del Napoli: il polacco ha confermato le ottime sensazioni lasciate nel precampionato, mostrando inoltre delle doti quasi inedite di trascinatore nei momenti difficili (lo scettro resta però al guerriero Allan). Non convince ancora del tutto Hamsik nella sua veste di regista a causa di una prevedibilità in fase propositiva alla quale si somma una staticità eccessiva, ma il nuovo Napoli di Ancelotti in fondo è tuttora un cantiere aperto. Di tempo per lavorare ce n'è, specialmente se si parte da una base eccellente come quella lasciata da Sarri. E mai accantonata del tutto.