Roma, 2 maggio 2012 - Dichiarare la propria omosessualità nel mondo del calcio, "è impossibile". E' quanto sostiene l’attaccante dell’Udinese Antonio Di Natale, replicando al ct della nazionale che, nella prefazione del libro di Alessandro Cecchi Paone 'Il campione innamorato', aveva invitato i calciatori gay a fare coming out.

"Professionalmente stimo parecchio mister Cesare Prandelli e gli sono affezionato come uomo, ma non sono d’accordo con lui. Infrangere il tabù dell’omosessualità nel mondo del calcio è un’impresa difficile, direi quasi impossibile - dice il giocatore intervistato da Chi -. Mi chiedo: come potrebbero reagire i tifosi? Mica possiamo prevedere le reazioni di tutti. Mi dispiace, ma non condivido la scelta di rendere pubblica, almeno nel mondo del calcio, una situazione privata così importante. Il nostro mondo, sotto certi punti di vista, è molto complesso".

Gli fanno eco, nell’inchiesta condotta dal settimanale, gli ex campioni Gianni Rivera e Antonio Cabrini. "Ognuno si organizza la vita come vuole, ma non sapevo neanche che nel mondo del calcio ci fossero dei gay, è una novità assoluta per me - dice Rivera -. Se c’erano giocatori gay ai miei tempi e non lo dicevano, potrebbero fare la stessa cosa adesso. Non capisco a cosa possa servire dirlo in giro, mica gli eterosessuali lo vanno a dire in pubblico".

"Il coming out è a discrezione personale, ma è chiaro che il mondo del calcio non è proprio quello ideale per dichiararsi, porterebbe di sicuro dei problemi", spiega, dal canto suo, Cabrini. "Negli stadi c'è molta ignoranza sul tema della diversità, basta vedere come vengono trattati i calciatori stranieri (...) Si immagini che cosa accadrebbe se un giocatore in attività si dichiarasse, quale sarebbe la pressione mediatica sulla squadra, i compagni, l’ambiente".

Unica voce fuori dal coro è quella di Diego Milito, il bomber dell’Inter. "Condivido quanto dichiarato da mister Prandelli. Personalmente non mi è mai capitato di percepire che un mio compagno vivesse con questo tipo di segreto. Ma, se così fosse, sarebbe sbagliato tacere. Sono sicuro che i tifosi, i compagni di squadra e gli sponsor amerebbero il calciatore fregandosene della sua vita privata, non farebbero mai e poi mai pesare una situazione simile".