Budget cap, attesa e tensione Ipotesi patteggiamento per Red Bull

Domani la decisione della Fia, a una multa può aggiungersi la limitazione dell’uso della galleria del vento

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di Leo Turrini

Colpevole? Innocente? Un po’ e un po’? Siamo di fronte ai furbetti del quartierino chiamato Formula Uno o ad una semplice svista contabile?

Domani, forse, sapremo. La Fia, la federazione internazionale dell’automobilismo, ha infatti promesso di rendere noti gli esiti dei suoi accertamenti sui bilanci presentati dalle scuderie iscritte al mondiale. Attenzione: le verifiche riguardano la stagione 2021, quella conclusasi in maniera pazzesca, con il rocambolesco sorpasso in extremis di Max Verstappen ai danni di Lewis Hamilton.

Da tempo si mormora di palesi irregolarità finanziarie commesse dalla Red Bull, che non avrebbe rispettato il budget cap, cioè il tetto alle spese introdotto proprio nella passata stagione. Sarebbe sotto accusa anche la Aston Martin della famiglia Stroll, ma trattandosi di un team minore tutti se ne infischiano.

E’ il caso di ricordare che Chris Horner, il grande capo dei Bibitari, respinge con sdegno ogni ipotesi di...truffa contabile. Ancora ieri ha detto: "Noi abbiamo speso addirittura meno di quanto consentito dalla normativa, al massimo può esserci qualche equivoco interpretativo, che siamo pronti a chiarire".

Se mente, è un fenomeno.

La sanzione. Come purtroppo spesso accade con la Fia, una confusione assoluta circonda sia la lettera del regolamento finanziario che lo spirito, mentre vagamente nebbiosa è l’entità delle sanzioni previste in caso di sforamento accertato. Al solito, grandissimo spazio è lasciato alla discrezionalità dei vertici federali, raramente apprezzati per la loro trasparenza.

Secondo fonti straniere, si andrebbe verso una sorta di patteggiamento. La Red Bull riconoscerebbe di aver speso più del consentito (145 milioni di euro a stagione), ma in buona fede (?!?). Ciò determinerebbe una ammenda pari all’eccesso di spesa (circa 8 milioni di euro) e la pena pecuniaria sarebbe accompagnata da limitazioni sul ricorso alla galleria del vento per lo sviluppo della vettura del 2023.

Se così fosse, Mercedes e Ferrari non sarebbero certo contente (ritengono di aver onorato il budget cap e di essere state beffate da un concorrente più...furbo) ma potrebbero solo sollecitare una punizione più grave proiettata sul futuro (tipo: i Bibitari dovrebbero poter spendere meno dei rivali nell’anno che verrà).

In tutto questo, a Maranello e tra ingegneri e meccanici spostatisi da Singapore in Giappone (domenica si corre di nuovo, sul mitico tracciato di Suzuka) non si spegne l’irritazione per il modo in cui i commissari hanno ‘salvato’ la vittoria di Perez ai danni di Leclerc nella notte singaporegna. Una rigorosa applicazione del regolamento avrebbe dovuto portare ad una punizione ‘cronometrica’ più severa nei confronti del messicano. Carletto sarebbe così salito sul gradino più alto del podio, cosa che sarebbe potuta accadere anche se i commissari di gara avessero comunicato in tempo reale la loro decisione.

Ma è un anno così, per la Ferrari.