Brignone, la regina del mondo: "Finalmente"

La Shiffrin cade, Federica è la prima italiana a vincere la combinata: "Così non dovrò più spiegare perché mi mancava quest’oro"

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di Gianmario Bonzi

Come cantavano gli AcDc? "It’s a long way, to the top". Può essere lunga la strada per arrivare in cima. Ma se ci credi, questo lo aggiungiamo noi, tutto può succedere. Dodici anni dopo la prima medaglia iridata (argento in gigante dietro Tina Maze a Garmisch-Partenkirchen 2011, a 20 anni), Federica Brignone, nel frattempo diventata l’atleta italiana più vincente in Coppa del Mondo assieme a Sofia Goggia e anche l’unica a conquistare la sfera di cristallo generale, ha finalmente sfatato il tabù dell’oro (vinto invece a livello juniores) e aggiunto un altro podio a una collezione mondiale un po’ striminzita per il suo valore.

Si trattava poi di un tabù rovesciato: non era il titolo assoluto a mancare a lei, già nella storia dello sci italiano, ma il suo nome a mancare all’albo d’oro, mettiamola così. E nella combinata alpina, in crisi da anni, ma non certo per colpa delle atlete, in realtà ideale sublimazione delle doti da polivalente, Federica Brignone, su piste che ama, in condizioni perfette, e nella Francia da sempre apprezzata (parla perfettamente la lingua transalpina, da buona valdostana) ha centrato la giornata perfetta. Dominante in un superG apparentemente non troppo difficile, in realtà pieno di trappole, leggi tutti i dossi disseminati sul tracciato, e coraggiosa in slalom, specialità nella quale ha saputo sciare all’altezza delle migliori e con un errore finale che non le ha comunque precluso la strada per la gloria.

Anche perché Mikaela Shiffrin, campionessa uscente e principale favorita, ben distanziata a metà gara, ha pensato bene di proseguire l’onda lunga di Beijing 2022, uscendo a poche porte della gara tra i rapid gates, quando era in rimonta netta su Brignone, pur se ancora dietro all’ultimo intermedio di 8 centesimi. Un errore strano, proprio nel tratto finale dove cambia la neve, e arrivederci al superG di domani. L’oro della figlia d’arte italiana è stra-meritato, un premio a una carriera che è già storia, anche perché Brignone diventa la più anziana atleta di sempre (a 32 anni) a vestirsi dei colori dell’iride e la prima azzurra a farlo in combinata, unica specialità mai domata dalle ragazze italiane in passato.

Il superG della combinata ha esaltato anche Curtoni e, finché è rimasta in gara, Bassino, mentre Goggia ha testato per la prima volta la "Roc de Fer" per poi rinunciare allo slalom. Sul podio con Federica la due volte iridata della specialità Wendy Hodlener e la sorpresa Ricarda Haaser. Un oro mondiale nello sci alpino vinto davanti a una svizzera e a una austriaca, le due grandi potenze "storiche" di questo sport, ha sempre il suo perché.

L’idea che, almeno a livello femminile, questo possa essere un Mondiale leggendario per i colori italiani ci è sempre girata in testa. Già domani, con il superG e il quartetto d’archi in pista (Bassino-Brignone-Curtoni-Goggia) potremo avere la certezza che effettivamente sarà così. "Non è la prima volta che mi commuovo dopo un successo – ammette Federica – ma stavolta mi avete colto in flagrante. Avevo detto di voler fare vedere la slalomista che è in me, ci sono riuscita anche se, su quell’errore a metà pista, ho pensato di averla persa. Ho continuato a dare il massimo spingendo sino in fondo: in questi giorni stavo sciando bene in allenamento. Avevo detto che un oro mondiale non avrebbe aggiunto nulla alla mia carriera? Sì, ma almeno non avrò più questa domanda da affrontare – ha detto a fine gara –, posso solo dire che sono davvero soddisfatta, al di là del titolo, delle mie performance e della capacità di rimanere concentrata in una giornata così difficile come propone la combinata, che ho sempre amato. E’ il top cominciare il Mondiale così".

E forse il meglio deve ancora venire, come cantava Ligabue.