Venerdì 19 Aprile 2024

Bremer regala alla Juve un altro derby d’Italia

Coppa Italia, battuta la Lazio di Sarri con il colpo di testa del difensore più criticato. In semifinale Allegri troverà l’Inter

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di Paolo Grilli

Questa Juve non è finita. Aspettando tutto quello che potrà succedere extra campo, Allegri ritrova la vittoria e quel pizzico di fiducia che bastano per restare in linea di galleggiamento. La Coppa Italia può essere un salva stagione per la Signora, lo sapeva bene. E battere la Lazio nei quarti, dopo la figuraccia con il Monza in campionato, non era affatto scontato.

La partita la griffa Bremer, ma è stata la prestazione di sostanza a rincuorare squadra e ambiente in una stagione di altalene continue soprattutto nello spirito. In semifinale ci sarà l’Inter ad aprile. Un motivo in più per mantenere la concentrazione in questi lunghi mesi di volata verso non si sa cosa. Sempre che ci sia una Europa per questa Signora, potrebbe arrivare da questa coppa spesso snobbata ma dannatamente utile se c’è da mettere una bella toppa a sogni sbrecciati.

Gara di squadre subito allungate, col timore tattico che prevale sull’istinto e smorza i ritmi. Chiesa e Vlahovic provano a dialogare in verticale, scendendo in alternanza a centrocampo. Avevano giocato insieme l’ultma volta nell’ottobre 2020 con la Viola, in bianconero non era ancora successo per via dei rispettivi infortuni. Quasi scontato che il tandem di fuoco non potesse ieri ancora mostrarsi tale. Anche perché Dusan appare stranamente timido, quasi apatico: il segno visibile di una condizione ancora tutta da recuperare. Non si ricordano pericoli particolari per Maximiano, ma c’è molta più Juve nel primo tempo. E dopo quello orribile contro il Monza, è un motivo di sollievo per lo Stadium. La Lazio traccheggia e quasi sonnecchia. Immobile quasi non tocca palla e Luis Alberto fatica ad accendersi, così come Zaccagni che era uno degli osservati speciali dalla retroguardia bianconera. Ciro addirittura viene sostituito dopo l’intervallo non avendo portato alcun rischio nell’area bianconera.

Quando Bremer segna con la complicità di Maximiano, tutto sembra nell’ordine delle cose per quello che sta succedendo. Alla Lazio manca dannatamente Milinkovic-Savic nella prima frazione di gioco, perché la manovra è scontata, senza una traccia di imprevedibilità.

Ben difficilmente Allegri rinuncerà di qui in poi a questo 3-5-2, anche a costo di tenere fuori alternativamente Chiesa o Di Maria. Perchè una mediana a tre con i due quinti di supplemento è elemento imprescindibile in questa Juve dalle qualità un po’ inibite e mai votata allo show.

Nella ripresa la Lazio alza i giri ed entra il “Sergente“ Milinkovic, su cui si piazza Rabiot nel duello dei colossi.

Allegri mette dentro Miretti e Kean in ossequio alla nuova linea verde, ma l’assetto non cambia. Chiesa spinge sempre come un ossesso e fa pure il suggeritore, solista splendidamente anomalo di un’orchestra votata molto di più all’ordine.

C’è tempo per una conclusione pericolosa di Marusic, poi Max toglie Fede per dare spazio al Fideo. La ’gestione’ della Signora non conosce falle nel finale, quasi un ritorno all’antico dopo le ultime sbandate, e tutti si concedono un mezzo sorriso con il pass per la semifinale da mettere in tasca, uno di quei biglietti che conservi sempre molto gelosamente.