"Brava Elena, questo è un salto nel futuro"

Sara Simeoni sul bronzo della Vallortigara: "A un certo punto speravo nell’oro. E’ bello che si sia ritrovata nel momento giusto"

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di Leo Turrini

"Certo che ho seguito la gara del salto in alto! Avevo nel cuore una grandissima speranza e finalmente posso dire che è stata ripagata…"

Sara Simeoni (nel tondo) è uno dei simboli più grandi dell’Italia del Novecento. Le sue imprese in pedana, prima sulla tv in bianco e nero e poi su quella a colori, hanno accompagnato una intera generazione. Il record mondiale, l’oro olimpico di Mosca 1980, più tutto il resto: un pezzo di storia diventato cultura dello sport, che poi alla fine della fiera è vita.

"Elena Vallortigara (foto grande) ha fatto qualcosa di straordinario – sospira la signora Simeoni –. Qualcosa che vale più del risultato, della medaglia di bronzo".

In che senso?

"Vede, qui parlo un po’ da maestrina, da veterana. Negli ultimi anni nel salto in alto femminile le grandi finali erano, come dire, molto condizionate dalla tensione. E ne risentiva il livello tecnico".

Tradotto?

"Nel nostro presente per una donna scavalcare i due metri è come cinquant’anni fa saltare un metro e novanta. Quindi è stato bello che a Eugene la lotta per il podio abbia coinvolto atlete protagoniste appunto oltre i due metri. Non sarebbero bastate misure modeste per andare a medaglia. È stata una gara fantastica, dall’inizio alla fine".

E l’azzurra era lì.

"Ah, ad un certo punto ho persino immaginato che Elena potesse laurearsi campionessa del mondo!"

C’è mancato poco.

"Davvero, è stata una emozione. Anche pensando al complicato percorso di Elena, a tutte le difficoltà che ha conosciuto".

In effetti non stiamo parlando di una giovanissima, Vallortigara ha già tagliato il traguardo dei trent’anni.

"Esatto. Io ho seguito con simpatia la carriera di Elena sin da quando era una adolescente. Ha avuto un sacco di problemi, a me dispiaceva tanto vederla soffrire, da sua tifosa mi auguravo in silenzio che riuscisse ad esprimere il potenziale che ha. È bello che ce l’abbia fatta in occasione dei mondiali".

Lei quando ha intuito che per Elena era arrivato il momento della svolta?

"Durante le qualificazioni là a Eugene. Ha saltato con una eleganza e con una disinvoltura che le venivano dalla tranquillità interiore. E in finale si è confermata".

Questo bronzo è un punto d’arrivo o di partenza?

"È certamente un nuovo, promettente inizio. Adesso lei che può giocarsela con tutte, sempre oltre i due metri. Nelle prossime due stagioni sono in programma un altro mondiale e soprattutto l’Olimpiade di Parigi. Elena può salire ancora sul podio, anche sul gradino più alto".