Brambati e l’incubo di un calcio che fa male

L’ex Toro: "Prendevo Micoren come caramelle. Poi l’hanno vietato". Dopo le parole di Dino Baggio le ombre restano inquietanti

Si muove, sullo sfondo, uno dei mostri più terrificanti del post carriera di un calciatore. Un mostro che si fa ’Morbo del Pallone’, la Sla, o qualcos’altro di terribile. Studi recenti dicono che il ripetersi dei colpi di testa al pallone provocano un maggior rischio di contrarre malattie neurodegenerative. In tanti, troppi calciatori sospettano che quel mostro sia però figlio di pastiglie, iniezioni, flebo o provette.

Cos'è il Micoren, da farmaco contro l'asma a doping. A cosa serve ed effetti

E allora c’è chi come Dino Baggio l’altro ieri aveva lanciato la bomba: "c’è sempre stato il doping" salvo poi correggere: "Colpa mia. Chiedo scusa a tutti. Io volevo dire ‘antidoping’, e non ‘doping’. Noi calciatori, quando andavamo a fare il test nella stanza a fianco dello spogliatoio, dicevamo: ‘Anche stavolta mi tocca il doping’. E questo modo di dire me lo sono portato dietro...", aggiungendo però: "Vorrei sapere dagli scienziati se gli integratori che prendevamo, a lungo andare, possono creare danni nel nostro corpo".

C’è chi è spaventato e vuole vederci chiaro, come Florin Raducioiu: "Facevo flebo con un liquido rosa... Lo ammetto ho anche preso medicine... Chiamerò il medico che ci seguiva a Brescia per capire cosa ho preso negli anni in cui giocavo al Milan, al Verona e a Brescia. Non sapevo cosa ci fosse dentro le flebo, ci è sempre stato detto che erano vitamine...".

C’è, invece, chi picchia durissimo, come Massimo Brambati, ex Toro e Bari: "Sì, prendevo Micoren, che all’epoca non era sostanza proibita ma poi diventò proibitissima. Lo prendevo come fossero caramelle. C’era un uso smodato di questo farmaco ma non solo, anche flebo in cui non so bene cosa ci fosse dentro e un altro preparato chiamato Animina. Si trattava di farmaci leciti che due anni dopo sono diventati super dopanti e non ce li hanno più dati. Oggi, quando c’è una morte inaspettata, ti vengono in mente certe cose che prendevi...". E ancora: "Dicevano che queste sostanze aumentavano la capacità polmonare – spiega Brambati – per esempio potevi correre i 100 metri restando sulle 140 pulsazioni anziché 180, il che voleva dire poterli rifare subito dopo senza fatica, restando anche lucido nel gesto atletico. Avevo i riflessi aumentati di quattro o cinque volte, persino sotto sforzo...".

E riaffiora alla memoria ’Il terzo incomodo’ il libro scritto da Ferruccio Mazzola nel quale rivelava come nel calcio ci si dopasse allegramente negli anni ’60 e ’70, accusando Helenio Herrera che, secondo quanto sostenuto da Ferruccio, avrebbe dato ai calciatori non meglio precisate pasticche allo scopo di potenziare le prestazioni. Ferruccio andò oltre, scrivendo come le morti di Picchi, Tagnin, Miniussi, Longoni e Masiero furono la conseguenza del consumo di certe sostanze. I primi di una lunga serie, secondo il suo libro-denuncia.