Giovedì 25 Aprile 2024

Brady, la grande leggenda continua A 43 anni con Tampa al Super Bowl

L’uomo dei miracoli ha steso l’America. "Unreal", irreale, si legge ovunque. A 43 anni, in uno sport in cui il 75% dei giocatori si ritira con le ossa rotte a meno di 33, Tom Brady va al suo decimo Super Bowl portandosi sulle spalle una delle squadre più scarse della National Football League, i Tampa Bay Buccaneers. E fra i miracoli di Brady, risparmiando l’elenco dei suoi record che occupano una pagina e mezzo di Wikipedia, ce n’è un altro: per la prima volta in 55 anni una squadra giocherà la finale in casa, proprio a Tampa, dove l’altra notte sono impazziti pensando a cosa accadrà fra due settimane.

"Sono un ragazzo fortunato", ha detto Brady dopo la vittoria sui Green Bay Packers. E come pensare il contrario di un tale che nel 2009 ha sposato una delle donne più belle del mondo (la supermodella brasiliana Gisele, insieme fanno una certa figura) e ha pure trovato il tempo di demolire ogni record nello sport in cui, nel 2000, venne scelto per 199° (cioè quell’anno, secondo tutte le squadre pro, ce n’erano 198 più bravi di lui). Andò ai New England Patriots, dal cui proprietario Robert Kraft si presentò con queste parole: "Io sono la migliore decisione che il suo club abbia mai preso". Sei Super Bowl vinti dopo (su 9 giocati), beh, c’è da dire che forse aveva ragione.

Ma nel marzo scorso, dopo vent’anni nel New England, Brady decide di non ritirarsi. E va in Florida, a Tampa. "Andrà a svernare al sole", diranno. Errore. Bruce Arians, il suo nuovo allenatore, lo dice apertamente: "Ogni tanto mi siedo e lo guardo". Lo lascia libero, in partita, per vincere. Al Super Bowl sfiderà i Kansas City Chiefs, campioni in carica, dell’altro fenomeno Patrick Mahomes. Che quando Brady vinceva il suo primo Super Bowl, 2001, aveva solo sei anni. Unreal, appunto.

Gigi Paoli