Mercoledì 24 Aprile 2024

Brady, è l’ultimo lancio: si chiude un’era

Stavolta il migliore di tutti i tempi si ritira davvero, a 45 anni: un’icona dello sport che ha sfidato i limiti con una forza di carattere unica

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di Gigi Paoli

Chiedi chi era Tom Brady, chiedilo a un ragazzo di quindici anni di età, e lui – probabilmente – ti risponderà. Perché se Michael Jordan è stato il basket, colui che ha traghettato l’Nba nel nuovo mondo in cui le sue scarpe Air venivano portate con eguale orgoglio da teenager di Pechino o Parigi, Tom Brady è l’uomo che ha portato il football là dove mai nessuno era mai giunto finora, trasformando se stesso e la Nfl nella massima espressione dello sport professionistico americano.

The Goat, lo chiamano. Vuol dire la capra se non lo si considera per l’acronimo che in realtà è: The Greatest Of All Time, il più grande di tutti i tempi. Lo è davvero? Togliamoci il pensiero: sì. Non solo in quanto icona della National football league. Ma come simbolo dell’All American Boy: alto, bello, biondo,occhi azzurri, un fisico spaziale ma neanche poi tanto (193 cm per 102 chili), una forza mentale più ferrea dei muscoli e – fino a quando si è rimangiato il primo ritiro l’estate scorsa per continuare a giocare – una (ex) moglie supermodella come Gisele Bundchen e una famiglia da fotografia. Elencare i suoi record occuperebbe tutta questa pagina. Ne citiamo alcuni, a caso: dalle vittorie totali al numero di yards lanciate, dal numero di Super Bowl vinti (7) all’essere l’unico giocatore della storia ad aver sconfitto ognuna delle altre 31 squadre della Nfl. Ma quel che impressiona è che ha giocato 23 stagioni al massimo livello nello sport più logorante che c’è: uno sport non semplicemente di contatto, ma di collisione.

E non state a sentire chi vi parlerà dell’uomo baciato dal talento o dal destino, perché Thomas Edward Patrick Brady Junior – nato a San Mateo in California nel 1977 – era un ragazzino scarso e sovrappeso. Inizia a fare sport per rafforzarsi e perché in America lo sport, a scuola, è fondamentale. Però al liceo non ingrana e alla prima stagione di college, alla Michigan University, è il settimo quarterback della squadra. Poi migliorerà, direte voi. Mica tanto: neanche al quarto anno è sempre titolare, tanto che nel 2000 viene scelto prima della Major league baseball e solo dopo dalla Nfl, quando ormai non ci credeva più nessuno, al numero 199, quasi per caso. E nessuno può immaginare che jolly abbiano pescato i New England Patriots, la squadra di Boston che diventerà per lui quel che furono i Chicago Bulls per Jordan o il Santos per Pelé.

A Robert Kraft, il proprietario della squadra che lo ha preso, il ragazzo pianta gli occhi negli occhi al primo incontro: "Io sono la migliore decisione che il suo club abbia mai preso". Per la precisione, sarà la miglior decisione casuale della storia dello sport. Dal 2000 al 2019, Brady porta i Patriots al Super Bowl nove volte e ne vince sei. Poi, a 44 anni, passa ai Tampa Bay Buccaneers e li porta a vincere il Super Bowl nella sua prima stagione in Florida, nel 2020. Una statistica mi ha fatto impressione, e l’ho letta nel libro di Roberto Gotta che ripercorre in modo impeccabile la sua vita: nei 17 anni tra primo e sesto titolo con i Patriots, Brady ha cambiato 485 compagni di squadra. Cioè: tutto ruotava attorno a lui, com’è normale nel football, ma lui no, lui era sempre lì, al centro, vincente e intoccabile. "Il mio lavoro è giocare a quarterback – disse una volta – e lo farò nel modo migliore che conosco, perché lo devo ai miei compagni di squadra, indipendentemente da chi è in campo con me".

Brady ha un patrimonio stimato in 200 milioni di dollari. Il primo ritiro l’estate scorsa con dietrofront – che gli è costato il matrimonio – non era una questione di soldi, ma solo la voglia di continuare a lanciare quella palla, di sentire l’odore del campo, di guidare ancora i suoi compagni oltre l’ostacolo, fino alla gloria. Nella sua scelta di combattere il tempo che passa c’era l’essenza più profonda dello sport: un paradosso nell’ipertrofico professionismo a stelle e strisce.

Ora si commuove e ci commuove Brady, nel video che annuncia il suo ritiro. Si ritira lui, ma è come se si ritirasse un’epoca, la sua sì, ma anche la nostra. "Grazie a ognuno di voi per avermi supportato. Grazie per avermi permesso di vivere il mio sogno assoluto, non cambierei nulla. Vi amo tutti". Grazie a te, Tom. Per ’any given sunday’, per ogni maledetta domenica.