Imputato, alzatevi. Ferrarista da una vita, in azienda dai primi anni Novanta, Mattia Binotto non ha mai conosciuto un periodo così difficile. E lo sa. E se ne dispiace. Anche perché ormai, anche in presenza di un disastro combinato da Leclerc, sui social il bersaglio è lui. Il team principal.
Le parole. Il Gran Premio degli altri, dominato dalla Mercedes, era ancora in corso quando Binotto si è offerto in pasto a telecamere e taccuini.
"Non ho dubbi, l’errore è stato commesso da Leclerc – ha detto il manager –. Lui di sicuro non aveva l’intenzione di danneggiare il compagno e per giunta se stesso. Ma ha sbagliato".
L’analisi continua con una presa d’atto malinconica: "Dobbiamo essere uniti a Maranello per migliorare la macchina, è la nostra priorità. Ho parlato con entrambi i ragazzi, Leclerc ha riconosciuto immediatamente l’errore, non ci sono problemi personali tra loro".
E ancora: "Ora non siamo competitivi, dovremmo cercare di tenere la barra dritta facendo punti. Questo accentua il rammarico per non avere partecipato a questo Gran Premio. Ci servivano informazioni e non le abbiamo raccolte. Certo non possiamo partire così indietro. La situazione non è banale. Dobbiamo capire cosa non funziona, indagare anche sulle nostre metodologie di lavoro, su tutto... ".
Binotto guarda avanti: "La prima cosa da fare è capire l’origine del problema, si può progredire solo se si capisce cosa c’è alla base del problema. E non è detto sia solo una parte, e non il progetto a essere il problema: è giusto essere aperti, osservare tutto e analizzare".
Binotto ha aggiunto che "in questa fase della stagione è importante fare punti, c’è rammarico per non aver completato la gara con entrambe le vetture, per non aver visto la macchina in condizione di asciutto e in gara. Dispiace vedere due macchine fuori dopo un solo giro o due giri".
Ed infine la constatazione che "Non si tratta di cercare colpevoli e fare accuse, ma lavorare in modo molto unito a Maranello e cercare di migliorare la vettura".
In questa domenica disastrosa l’unica cosa positiva è che si torna subito in pista: domenica si corre in Ungheria. E peggio di così di certo non potrà andare.
Leo Turrini