Mercoledì 24 Aprile 2024

Binotto scende dalla Rossa e sale sull’Audi

Il team principal si è dimesso e ha un’offerta dalla Germania, al suo posto il favorito resta Vasseur, ma non è l’unico nome in corsa

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di Leo Turrini

Era già tutto previsto, come in una canzone di Riccardo Cocciante. La Ferrari e Mattia Binotto hanno consumato il divorzio. Formalmente è stato il capo del reparto corse a dimettersi. Ma a Maranello anche i muri sapevano che da mesi si era rotto il rapporto fiduciario tra il presidente Elkann e il manager reggiano. Le frizioni con Carletto Leclerc, che forse rimpiangerà di essere stato messo in mezzo!, hanno fatto il resto.

L’addio. Se non altro il congedo è stato elegante. Nel comunicato congiunto, Binotto ha ricordato con parole toccanti "i 28 anni spesi lavorando per l’azienda che amo". E l’amministratore delegato del Cavallino, Benedetto Vigna, gli ha dato atto di aver contribuito alla risalita delle Rosse.

Anche se è mancato il lieto fine, inteso come titolo mondiale di F1.

Con Audi. Formalmente Binotto resterà in ufficio fino al 31 dicembre. In realtà è già un ex. Mattia ha ricevuto una offerta da parte di Audi, che entrerà in F1 nel 2026. Il colosso tedesco ha enormi ambizioni e l’ex numero uno della Ferrari è la soluzione perfetta. Staremo a vedere.

Chi? Ma francamente ai fans della Rossa poco interessa cosa abbia in mente Audi. Qui conta il futuro del brand più amato dagli italiani.

Chi raccoglierà l’eredità di Binotto? Ieri Vigna si è limitato a precisare che il sostituto verrà nominato entro l’anno nuovo. Quasi a voler indicare che non c’è fretta.

Mah.

I nomi. Da settimane circola la candidatura del francese Vasseur, oggi all’Alfa Sauber, già in Renault, legato a Leclerc dai tempi della adolescenza del monegasco. Ma non tutti sono convinti, Vasseur è anche un grande amico di Toto Wolff, boss Mercedes, e ha variegati interessi che dovrebbe mollare, perché fare il capo della Ferrari da Gran Premio è un mestiere a tempo pieno.

Ma girano anche altri nomi di manager apprezzati da Elkann e da Vigna.

Resta rimane? Non bisogna poi dimenticare l’area tecnica. Binotto è un ingegnere, ogni decisione sulla macchina passava da lui. E l’auto per il 2023 è già pronta. Non sono in discussione Gualtieri, Cardile e Sanchez, responsabili dei settori motore-aerodinamica-telaio. Potrebbe tornare Simone Resta, che era stato parcheggiato in Haas perché non andava d’accordo con Binotto.

Carletto…A Leclerc, che ieri ha ringraziato Binotto, è stato mediaticamente attribuito un ruolo nella caduta del capo del reparto corse. Non ha avuto la forza o la volontà di chiamarsi fuori dalla vicenda: per lui potrebbe essere un boomerang.

…e Carlitos. Invece Sainz, che con Binotto aveva un rapporto straordinario, ci è rimasto male e c’è da capirlo.

Sì, chi arriverà a Maranello avrà un gran da fare.