Biles vince i demoni e torna a sorridere

L’americana conquista il bronzo nella trave e svolta: "La mia Olimpiade è stata uno schifo ma questa gara mi ha reso finalmente felice"

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TOKYO (Giappone)

Per molti è la più grande ginnasta di sempre, pari merito con Nadia Comaneci. Per tutti, da ieri, è semplicemente Simon Biles. "Alla fine della nostra giornata, non siamo solo spettacolo". Entarteinment, dice nella conferenza stampa alla quale si presenta col bronzo al collo tra due rivali cinesi: se lei fosse stata l’imbattibile regina dell’Artistica di sempre, probabilmente l’avrebbero guardata dal basso in alto. Ma l’Olimpiade dell’icona dello sport Usa è stata un’altra cosa: una lotta con i "demoni nella testa", uno stillicidio di ritiri gara per gara, e poi il volteggio finale in uscita nella trave, tra gli applausi dei presenti e la stretta di mano del presidente del Cio, Thomas Bach, che è sceso dalla tribuna per complimentarsi. Come dire, l’Olimpiade rende omaggio alla ragazza di Columbus, Texas. Per una volta contano più quegli applausi affettuosi di tutto il resto, dice Biles, che a Tokyo puntava a entrare nel mito avvicinando i nove ori di Larissa Latynina. "Non pensavo di prenderla, non era quella che volevo: semplicemente, sono salita sulla trave per me stessa, e aver gareggiato per me vale più di qualsiasi cosa al mondo", ha ammesso dichiarandosi felice. Da ieri, è la portavoce di tutti quei campioni che non reggono alla pressione. Ne hanno parlato tanti, dalla grande del tennis, Osaka, alla novità del nuoto azzurro, Burdisso. Per alcuni stress. Ma per Biles la parola è demoni. "Dobbiamo parlarne di più: in tanti, tra noi atleti, sono alle prese con problemi di salute mentale. Siamo umani, anche se ci dicono di continuo: ‘Devi farcela’. E siccome non siamo più bambini, è venuta l’ora in cui a parlarne siamo noi, non gli altri". I demoni della Biles si chiamano "twisties", ha confermato lei spiegando cosa sono quelle sensazioni di cui parlano tutti i media Usa. "Ho scelto di gareggiare nella trave perché non ci sono quelle capriole per le quali perdo la sensazione del mio corpo, e rischio di schiantarmi", le sue parole. E anche così è stato un percorso duro. Se devo dire la verità, la mia Olimpiade è stata uno schifo - l’ammissione - Però l’ultima gara mi ha reso felice".