Giovedì 18 Aprile 2024

Bezzecchi spinge Pecco: "È carico"

Penultima tappa in Malesia, il riminese vede un finale equilibrato: "Le piste però aiutano Quartararo"

Bezzecchi spinge Pecco

Bezzecchi spinge Pecco

Bez a tutto gas. Dal quarto posto a Phillip Island domenica scorsa, alle prove libere che inizieranno oggi sul circuito di Sepang, in Malesia, il pilota del VR46 Racing Team Marco Bezzecchi, 23 anni e riminese doc, ha ancora negli occhi la vittoria del titolo di Rookie of the Year (esordiente dell’anno) della MotoGp. Ma nonostante l’importante riconoscimento, l’appetito del Giovane Leone è ben lungi dall’essere saziato e l’auspicio è che il ’Roy’ sia solo il warm up lap della sua carriera nella classe regina.

Nell’attesa del momento, oggi inizierà il penultimo weekend di gare. Come vede la volata mondiale tra Bagnaia e Quartararo?

"Spero con tutto me stesso che vinca Pecco. Ciò che ha fatto nella seconda parte di stagione è stato pazzesco. Arriva al rush finale con tanto entusiasmo e credo che la grande rimonta sia per lui uno stimolo in più. È in uno stato di fiducia mostruosa. D’altro canto però mi aspetto che le ultime due gare, soprattutto questa di Sepang, sorridano alle caratteristiche della Yamaha e Quartararo. Sarà una sfida aperta".

Con Marquez variabile impazzita?

"È un grande pilota, che è tornato e che dal prossimo anno sarà di nuovo in corsa per il titolo".

E al prossimo anno invece come ci si avvia Marco Bezzecchi?

"Con l’entusiasmo di un bellissimo risultato. Vincere il ’Roy’ era il nostro obiettivo da metà stagione. Penso che sia la giusta ricompensa per il lavoro che abbiamo fatto con tutto il team, a cui lo dedico, e mi dà fiducia per queste gare e per l’anno prossimo".

E qual è il suo bilancio di questa stagione in MotoGp?

"Senz’altro positivo. Siamo stati in costante crescita, mostrandoci vicini ai primi. Adesso penso a Sepang, qui la pista mi piace e ci tengo a finire al meglio l’anno, con un altro bel risultato".

Le resta qualche rammarico?

"L’erroraccio che ho commesso a Barcellona. È stato simile a quello di Austin, ma quella era la prima volta. A Montmeló mi sono ripetuto in una corsa in cui avevo un ottimo passo e potevo ambire alla top10".

Una crescita che passa anche dagli errori, come per tanti altri suoi colleghi. Da Bagnaia a Bastianini, Marini e Morbidelli. Crede che in MotoGp l’Italia abbia ritrovato la ’generazione dorata’?

"Credo che abbiamo un’eredità pesante. Ma in questi anni il lavoro dell’Academy di Vale e della Federazione nella gestione e nella crescita dei nuovi piloti si sia vista. La competizione con i colleghi della scuola spagnola è dura, ma stiamo dando del filo da torcere anche grazie al lavoro delle case motociclistiche italiane come Aprilia e Ducati".

In più c’è una matrice di appartenenza alla Riders’ Land. Questo vorrà pur significare qualcosa.

"Per me che sono riminese e sono così affezionato alla mia terra la Riders’ Land è la quotidianità. Ma in pochissime altre parti del mondo si può trovare un territorio in cui ogni cinque chilometri c’è una pista per minimoto. È importante per avvicinare i bambini a questo sport".

Nella sua di crescita in questo contesto come ha influito e influisce ancora il rapporto che ha con Valentino Rossi?

"Sono molto fortunato ad avere vicino una persona come Vale. Lui mi ispira moltissimo anche nel modo di guidare, è sempre stato il mio idolo. Arrivare a correre in MotoGp con il suo team e a debuttare con loro nella classe Regina è qualcosa di unico. Tra noi c’è un grande rapporto, ci conosciamo da anni. Oltre ad essere il capo del team e un mentore a cui chiedere qualsiasi consiglio è anche un grande amico".