Martedì 23 Aprile 2024

Bettiol, sogno in fumo. Pogacar è più solo

Tour de France, la fuga dell’italiano bloccata da sette manifestanti per il clima. Lo sloveno perde altri gregari contagiati dal Covid

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di Angelo Costa

Per conquistare il suo terzo Tour di fila, Taddeo Pogacar dovrà lottare su due fronti: gli avversari diretti e il covid. Più con quest’ultimo, al momento: già sabato il virus gli aveva tolto il gregario Laengen, dopo il riposo gli centra i due luogotenenti di montagna, l’ottimo George Bennett e Rafal Majka, positivi ai tamponi del team. Mentre il primo prende la via di casa, il polacco può restare in corsa: come già accaduto a Jungels, la bassa carica virale non lo rende contagioso. Correrà sotto osservazione, mentre il suo capitano in giallo ha l’aria di correre in zona minata.

Per digerire questi bocconi amari, Pogacar con il suo seguito si prende una giornata di riposo in più, lasciando che la fuga partita da lontano si giochi una tappa senza montagnone. Saggia decisione: ben altra musica attende il bimbo sloveno e i suoi sfidanti oggi, con Telegraph e Galibier prima dell’arrampicata ai 2.400 metri di Serre Chevalier. Unica fatica, lo sprint per salvare la maglia gialla, insidiata da uno dei fuggitivi, Kamna: il sogno del tedesco sfuma per un pugno di secondi, esattamente come gli era svanita sotto il naso la vittoria a la Planche des Belles Filles, anche lì per via del guizzo finale del padrone giallo. Mentre Pogacar pensa ai casi suoi, la prima tappa catalogata come alpina regala un arrivo al fotofinish: a sorridere al flash è Magnus Cort, baffuto danese di 29 anni già a segno quattro anni fa (e sei volte alla Vuelta). Protagonista sulle strade di casa nei giorni iniziali con la maglia a pois degli scalatori, castiga nello sprint all’insù Schultz e gli ultimi reduci di una corposa fuga, animata anche da Ganna, Sbaragli, Velasco e soprattutto Bettiol, protagonista di due assalti solitari che gli valgono il premio della combattività.

Nel primo di questi, a fermare il toscano e l’intera corsa è un gruppetto di ambientalisti, seduti sulla strada a 36 chilometri dall’arrivo per attirare l’attenzione su cambiamento climatico e Monte Bianco: tappa neutralizzata una decina di minuti, per spostare gli attivisti e ripulire l’aria dai loro fumogeni arancioni, accesi al passaggio delle prime staffette.

Ordine d’arrivo decima tappa Morzine-Megeve di 148 km: 1) Magnus Cort (Dan, Ef) in 3h 18’50’’ (media 44,691), 2) Schultz (Aus) st, 3) Sanchez (Spa) a 7’’, 4) Jorgenson (Usa) a 8’’, 5) Van Baarle (Ola) a 10’’, 12) Velasco a 1’02’’, 20) Pogacar (Slo) a 8’54’’, 21) Vingegaard (Dan) st.

Classifica: 1) Tadej Pogacar (Slo, Uae) in 37h 11’28’’, 2) Kamna (Ger) a 11’’, 3) Vingegaard (Dan) a 39’’, 4) Thomas (Gbr) a 1’17’’, 5) A. Yates (Gbr) a 1’25’’’’, 6) Gaudu (Fra) a 1’38’’, 7) Bardet (Fra) a 1’39’’, 8) Pidcock (Gbr) a 1’46’’, 13) Roglic (Slo) a 2’52’’, 16) Caruso a 3’40’’.