Berrettini: l’erba è azzurra 61 anni dopo

Matteo batte Aliassime e vola in semifinale a Wimbledon: l’ultimo era stato Pietrangeli nel 1960. Troverà Hurkacz che ha umiliato Federer

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LONDRA (Inghilterra)

Ha sofferto più di quanto non avesse mai fatto nel suo percorso sull’erba di Wimbledon, ma alla fine per Matteo Berrettini è arrivato un traguardo storico: dopo 61 anni un italiano è nelle semifinali del torneo più prestigioso del mondo. Il tennista romano, fresco vincitore del Queen’s Championship, ha avuto la meglio in quattro set del giovane talento canadese Felix Auger-Aliassime, che lo ha messo in difficoltà per tre ore e quattro minuti prima di arrendersi al servizio e alla solidità fisica e mentale di Berrettini. Dopo il trionfo azzurro di Wembley, sventola così il tricolore anche sull’altra ‘Big W’ dello sport londinese, un torneo che non è mai stato particolarmente amico ai colori azzurri. Tanto che, appunto, bisogna risalire al 1960 per trovare un italiano in semifinale. Allora fu Nicola Pietrangeli che fu fermato alla soglia della finale da una leggenda del tennis come l’australiano Rod Lever. Domani Berrettini (numero 7 del tabellone) tenterà una nuova impresa in una partita che, sulla carta, lo vede favorito. Avrà di fronte il polacco Herbert Hurkacz (14 del seeding) che però, nell’altro quarto di finale, ha cacciato dal proprio giardino l’otto volte vincitore di Wimbledon, sua maestà Roger Federer. "Se ha battuto Federer vuol dire che sta bene - ha detto alla fine della partita - ma io adesso ho fiducia e gioco ogni partita per vincerla". Matteo Berrettini e Felix Auger-Aliassime sono grandi amici: anche le loro fidanzate sono molto amiche e hanno trascorso una parte della quarantena ad allenarsi insieme in Australia. Ma sul campo, ovviamente, le amicizie vanno messe da parte. Berrettini è partito fortissimo nel primo set, chiuso sul 6-3. Poi, però Auger-Aliassime ha cominciato a sbagliare di meno e ha messo a posto il servizio cominciando a far penare Berrettini sulla risposta. L’italiano ha cominciato a subire l’aggressività dell’avversario e ha ceduto un combattutissimo secondo set. Il grande equilibrio del terzo set si è interrotto solo all’ultimo game quando Berrettini ha strappato il servizio a Auger-Aliassime togliendogli tutte le certezze: il quarto è stato una formalità, con Berrettini, forte di un servizio quasi imprendibile, ormai lanciato verso la finale: 6-3, 5-7, 7-5, 6-3, il punteggio finale. Nell’altra parte del tabellone prosegue la marcia trionfale di Novak Djokovic che in tre set si è sbarazzato di una delle principali sorprese del torneo, l’ungherese Marton Fucsovics. Il numero uno del mondo, vincitore delle ultime due edizioni di Wimbledon, quelle del ‘18 e del 19, è atteso in semifinale dal canadese Denis Shapolavov (testa di serie numero 10), che in una maratona di cinque set ha sconfitto il russo Chacanov. Con l’uscita di scena del 40enne Federer, quasi umiliato nella sconfitta in tre set segnata da un inappellabile 6-0 al terzo, il serbo resta l’ultimo baluardo della ‘vecchia guardià ancora in corsa per il titolo. Per Federer potrebbe essere stato l’ultimo Wilbledon: ad agosto compirà 40 anni e nemmeno lui ieri ha escluso l’ipotesi.

Vincendo domenica Djokovic eguaglierebbe a 20 slam lo svizzero e Rafa Nadal, ma i giovani sono in caccia e la sfida resta aperta. I colori azzurri a Wimbledon non contano, però, solo su Berrettini: Simone Bolelli, infatti, ha guadagnato la semifinale nel doppio maschile, in coppia con l’argentino Maximo Gonzalez. Se la vedranno con l’altro argentino Zeballos e lo spagnolo Granollers, per provare a raggiungere una comunque storica finale, anche se l’importanza e il prestigio dei due tabelloni non sono comparabili.