Berrettini ai quarti: è già un mito "Non credevo di arrivare fin qui"

Tennis Australian Open, travolge Carreño Busta 3-0. Affronterà il francese Gael Monfils, numero 17 del mondo

di Paolo Franci

C’è sempre qualcosa, attorno a Matteo Berrettini, che somiglia un po’ a quell’adagio. Quello delle brave ragazze che vanno in paradiso mentre le cattive dappertutto. Perché più lo straordinario tennista azzurro compie imprese pazzesche e più si ha la scivolosa sensazione che non gli si renda il giusto tributo. Cioè, mai un italiano nella storia dela racchetta era riuscito a centrare i quarti in tutti e quattro gli Slam.

Matteo lo ha fatto. E lo ha fatto contro un pericoloso coccodrillo della racchetta, quel Pablo Carreño Busta, numero 21 del ranking dal caratterino tosto e giocatore particolarmente esperto. E, come da copione, il match è stato duro, difficile, griffato con 28 ace del romano che hanno indirizzato il match - "così sono arrivato più fresco ai turni di risposta" ha detto Matteo - e chiuso in tre set 6-4, 7-6, 6-4.

E non stiamo lì a srotolare i papiri delle imprese recenti, prima e dopo Winbledon. Però, diamine, se si va sul sito dell’Atp, accanto a una foto di Matteo ’The Hammer’ – soprannome azzeccato, il martello – con lo sguardo alla Clint Eastwood, c’è un numero ’7’ grosso così. Nulla a che vedere con Georgie Best, Ronaldo o Cantona perché quel 7 – ma a breve ci sarà un ’6’ grosso così con il sorpasso a Rublev – sta a significare che noi abbiamo un tennista sull’orlo della top five e non per un improvviso exploit. Anzi, Matteo è ormai da tempo nella ristretta cerchia degli dei della racchetta. Eppure...

Forse sarà quel suo essere così misurato, educato, gentile nell’aspetto e nei modi. Forse sarà che fuori dal campo da tennis la sua vita è quella di un normale ragazzo di buona famiglia. Senza amorazzi a raffica con l’influencer di turno - è fidanzatissimo con l’australiana Alija Tomljanovic - o foto galeotte rubate in un locale. Troppo normale per essere speciale, verrebbe da dire, con un pizzico di irritazione perché qui parliamo di un talento staordinario non solo per tecnica, ma anche per grinta e carattere, due aspetti che ha migliorato tantissimo. E ha ragione chi dice che, in proporzione alle imprese, si parla infinitamente più di Sinner e Musetti che del nostro tennista più forte. Almeno per ora.

In ogni caso Matteo punta dritto la semifinale e, per agguantarla, dovrà vedersela con il 35enne francese Gael Monfils, tornato a brillare dopo le nozze con la Svitolina. Matteo dixit: "Sono stato preciso con il servizio, ma non credevo che la percentuale fosse così alta. Sono contento, perché dopo i 5 set con Alcaraz ho recuperato bene. A causa dell’infortunio a Torino la pre-season è stata breve ma intensa: la mia squadra è stata brava a portarmi fino a qui". E oggi si continua a sognare: Sinner contro De Minaur.