Sabato 20 Aprile 2024

Benedetta gioventù, Pilato mondiale a 17 anni

Conquista il titolo dei 100 rana e scoppia in lacrime: "Era il mio grande sogno". Rimonta eccezionale e cancellata la delusione di Tokyo

di Gianmario Bonzi

L’avevamo detto e scritto: portate pazienza con Benedetta Pilato, non solo per i 17 anni che le appartengono (la storia del nuoto comunque è piena di teenager dominanti), ma perché il talento naturale che dispone sui 50 metri necessita di un minimo di pratica per allargare i confini alla distanza doppia, gestire il passaggio con raziocinio e seguire gli insegnamenti di chi la allena da sempre, Vito D’Onghia.

Detto e fatto. In meno di due anni, come capitato anche a un certo Cameron Van der Burgh, sudafricano, oro iridato sui 50m nel 2007 (distanza non olimpica) e poi campione a cinque cerchi sui 100 (a Londra 2012), il processo ora è completato. Anche prima del previsto. Benny Pilato da Taranto, 17 anni, già primatista del mondo e argento iridato a 14 anni nei 50m rana, si veste d’oro nella specialità olimpica sui 100m, da nuova baby boom (l’antico soprannome di Pellegrini, poi finito nel dimenticatoio) e dimostra di essere diventata d’incanto un’atleta completa, iper competitiva anche sulle due vasche che finora le avevano riservato più delusioni che gioie, come la squalifica in batteria ai Giochi di Tokyo 2020.

Si impone a Budapest (teatro dell’oro europeo sui 50 un anno fa, in semifinale stabilì il record del mondo) in 1’05“93 (in semifinale 1’05“88), tempo non clamoroso per carità in una finale dai nomi altisonanti, ma dal livello cronometrico medio, precedendo di cinque centesimi la tedesca Anna Elendt, dominatrice in semifinale. Ma si sa, l’ultimo atto è un’altra storia. Ci vuole coraggio, temperamento e sfrontatezza, quella che non manca a Pilato, dal 16 giugno entrata anche nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro.

Fuori dal podio in 1’06“07 Lilly King (olimpionica a Rio 2016 nonché primatista mondiale), che resta a cinque centesimi dell’ex enfant prodige Ruta Meilutyte, la lituana che 10 anni fa, a 15 anni, vinceva Olimpiadi, Mondiali ed Europei a suon di record per poi sparire per depressione e tornare improvvisamente alla ribalta.

"Era la mia prima finale mondiale nei 100 rana e già ero contenta di averla raggiunta – racconta Benny –. Aver vinto è davvero sorprendente. Prima della gara piangevo di gioia per Ceccon che mi ha fatto rivivere le sensazioni provate quando ho stabilito il record mondiale proprio qui e adesso eccomi con l’oro al collo. Sono stracontenta e soddisfatta del mio lavoro e del mio percorso. Dall’argento di Gwangju sono cambiate moltissime cose. Tre anni che sembrano molti di più perché le aspettative aumentano sempre. Ho avuto anche un po’ di problemi fisici che mi hanno condizionato, ho imparato a reagire positivamente ai risultati negativi. Sto crescendo anche se resto sempre la più piccola della squadra, quindi me la godo".

Ai Giochi sarà diverso, ricordando che ai Mondiali manca la campionessa olimpica uscente perché non qualificata, clamorosamente, ai Trials USA, Lydia Jacoby dall’Alaska, e che sicuramente il livello si alzerà, la stessa Pilato vanta un personale più basso sulla distanza (1’05“70), ma intanto questa era la gara da vincere e Benedetta lo ha fatto con una gestione perfetta della prima vasca e un finale irresistibile. L’Italia non aveva mai avuto un campione del mondo minorenne: Pilato ha superato anche Novella Calligaris, che il 9 settembre 1973 vinceva gli 800sl col record del mondo di 8’52“97 a 19 anni ancora da compiere. La storia siamo noi, no?