Giovedì 25 Aprile 2024

Bella, forte, prima: un’Inter da impazzire

Doppio Lautaro, Sanchez e Calha: gol tutti d’autore. Il Toro sbaglia anche un rigore. E le frenate delle rivali completano il momento d’oro

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Mattia Todisco

MILANO

Il sorpasso è compiuto: l’Inter è in vetta alla Serie A. Sopravanza il Milan, prende altro margine sul Napoli, si lancia verso le ultime due del girone d’andata contro Salernitana e Torino con una consapevolezza sempre crescente. La brutta serata di Champions a Madrid è dimenticata, in Italia è un’altra storia. Troppa la differenza contro un Cagliari che al Meazza soccombe nettamente 4-0, risultato influenzato anche da un rigore sbagliato da Martinez quando ancora il gol di vantaggio era soltanto uno.

Dopo il doveroso omaggio nel pre-partita a Giuseppe Prisco, vent’anni ieri dalla sua scomparsa, la squadra di casa macina il suo gioco fin dall’avvio. Passaggi corti, baricentro alto, un apporto costante all’azione offensiva da parte di tutti, difensori compresi. Il Cagliari aspetta, con la sua retroguardia a cinque concede soprattutto tentativi dalla distanza che finiscono fuori dallo specchio. Quando riesce bussa alla porta di Handanovic (ci prova Bellanova dopo uno scatto da metà campo). La preoccupazione principale dei sardi è però guardare al proprio, di portiere.

Nello schieramento di Mazzarri tutti gli elementi restano molto bassi e la palla si gioca soprattutto lanciandola in aria, nella speranza che Joao Pedro o Keita abbiano la meglio sugli strutturati difensori interisti. Anche quando Martinez centra il bersaglio di testa su corner di Calhanoglu, il canovaccio resta lo stesso: l’Inter avanza, il Cagliari rintuzza. Resta attaccato alla partita nella speranza che un episodio giri a favore. Uno tra gli ex in campo, Dalbert, regala un pallone a Dumfries in area e Cragno concede il rigore. Se Martinez fa bis, la pratica è archiviata: parato.

L’estremo difensore, poco prima, ha già respinto in uscita disperata un tentativo di Sanchez da pochi passi, mentre su un altro taglio in area di Dumfries il cross dell’olandese non arriva a destinazione. Suonato, all’angolo, ma il pugile Cagliari resta in piedi. Miracolosamente sotto di un solo gol. Una fortuna che andrebbe alimentata provandoci un po’ di più, cosa che non avviene.

Al rientro in campo la palla ce l’ha sempre l’Inter e il 2-0 è dietro l’angolo: gran giocata di Barella e botta al volo di Sanchez su cui stavolta non c’è Cragno che tenga. I giocatori di Inzaghi giocano a chi prende più applausi: Bastoni per uno slalom in area avversaria, Barella per un filtrante di tacco verso Brozovic, Skriniar per una verticalizzazione che mette Dumfries davanti al portiere. Il vantaggio è stretto e anche pericoloso, perché una scintilla può riaprire tutto.

A scanso di equivoci, Calhanoglu decide che è il momento di far alzare in piedi il Meazza: taglio in orizzontale palla al piede e destro fulmineo nel sette, complice un Cagliari che assiste senza alcuna contrapposizione. E ancora: nuovo gioiello di Barella per Martinez che controlla di petto e accarezza la sfera depositandola a rete. È uno show, un monologo, in cui Cragno è largamente il migliore in campo di una formazione che dovrà costruire altrove la propria salvezza, con un altro spirito. Inzaghi si permette di far entrare anche Zanotti, prodotto della Primavera. Anche dopo i cambi, le occasioni sono tutte e solo dell’Inter, che colpisce una traversa con Sanchez.