Beffa ranking Il Brasile al top

Paolo Franci

Lo dico e lo ripeto volentieri: a me ’sti ranking non convincono proprio. A volte, hanno quel vago sapore speziato della presa per i fondelli. Cioè, ora ditemi voi se è mai possibile che l’aggiornamento del calcolo porti lassù, dove il sole batte sulla cotenna dei più forte, il Brasile del povero (si fa per dire) Neymar. Sì, il Brasile primo e l’Argentina campione del mondo al secondo posto. Se avessimo qui gli emoji, riempiremmo questo spazio di faccine che ridono con le lacrime. La classifica si basa su calcoli precisi e quattro coefficienti per gara, la forza dell’avversaria e bla bla bla. E chi se ne frega? Se non ricordiamo male, la Seleçao che s’era presentata in Qatar col petto in fuori e i muscoli gonfi è stata sbattuta fuori dal Brasile d’Europa, la Croazia, ai rigori. Dramma collettivo, grande tristezza per aver perso una grande squadra per strada, Neymar in lacrime, Tite a casa e via. Ora, questa beffa dell’essere primi al mondo anche se i primi sono gli argentini. Ma dai! Ma primi di cosa? E dietro chi c’è? Argentina, poi la Francia. E va bene Mbappé, ma Lukaku e Hazard no dai. E invece sì, sono quarti davanti a un altro flop, gli inglesi. E noi? Reduci da un anno certo non da incorniciare siamo ottavi. Pensa tu che soddisfazione. Il punto è che il ranking servirà anche a determinare le teste di serie nelle grandi competizioni, ad esempio, ma quando se ne esce così, col Brasile lassù, come si fa a non sorridere?