Mercoledì 24 Aprile 2024

Basta Kessie, il Milan trova la Stella giusta

Il rigore di Franck e un miracolo di Donnarumma portano il Diavolo agli ottavi: oggi il sorteggio. Ibra in campo solo nella ripresa

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di Luca Talotta

È estremamente sottile la linea che divide il bicchiere dall’essere mezzo pieno o mezzo vuoto in casa Milan. Talmente sottile che i ragazzi di Pioli, anche ieri nel ritorno dei sedicesimi di Europa League con la Stella Rossa, hanno patito moltissimo e sono sembrati ben lontani dall’essere squadra reattiva e pronta per giocarsi l’ultima parte della stagione, lì dove dovranno difendere l’eventuale qualificazione alla prossima Champions League e, perché no, dare un occhio a cosa combinerà l’Inter lì davanti. La qualificazione agli ottavi della manifestazione continentale è l’unico risvolto positivo del match di ieri; il 2-2 dell’andata sembrava offrire qualche garanzia in più ai rossoneri, che però non sono stati capaci di uccidere la gara e il discorso qualificazione. Lasciando la formazione serba dell’ex interista Stankovic in gara fino all’ultimo, tra grossolani errori dei suoi top player e idee molto confuse. Che non sia più il Milan del 2020, ormai, è chiaro. Una squadra farraginosa, lenta nella manovra, con pochissime idee. Soprattutto quando in campo Pioli manda le seconde linee, che appaiono ben lontane per qualità e inventiva dai presunti titolari. Da Dalot a Meité, fino a Krunic e Castillejo: giocatori che, inutile dirlo, sono solo comprimari e sui quali non si può costruire troppo. E non è un caso se dopo un primo tempo di sonnolenza, dove la Stella Rossa aveva di fatto meritato l’essere sull’1-1 e il poter assaporare il gusto di una qualificazione storica, Pioli abbia deciso di iniziare la seconda frazione di gioco lanciando subito in campo Ibra e Rebic, al posto di uno spento Leao e un assente ingiustificato Krunic. Con i due che, nel giro dei primi cinque minuti della ripresa, riescono a creare più occasioni di quante maturate in tutta la prima frazione di gioco per i rossoneri. Il problema però, è che l’effetto Ibra-Rebic dura poco. Il Diavolo dei primi 45’ è stato tutto fuorché una squadra meritevole del secondo posto nella classifica di Serie A. Un vantaggio trovato solo per un regalo della Stella Rossa (fallo di mano in area di Gobelic su conclusione alla stelle di Krunic, Kessie trasforma il rigore), un gol generosamente offerto per una marcatura molto più che larga di Romagnoli su Nabouhane (che in precedenza aveva colpito l’incrocio dei pali su una punizione dal limite nata da un fallo di un non irresistibile Meité sullo stesso Nabouhane) e tanta confusione. Tra i pochi che sembrano avere davvero voglia di superare il turno c’era Pioli, che difatti con l’ingresso dei carichi da novanta (dentro anche Theo e Saelemaekers) faceva capire ai suoi che il Milan non poteva abdicare anche in Europa League. Ma era Donnarumma (intervento magistrale su Degenev) e l’ingenuità degli offensivi serbi a tenere a galla il Milan. Con l’immagine di un Ibra a testa bassa che lascia il campo a contorno di un Milan che non sembra essere per nulla guarito.