Finals Nba, Curry un marziano e i Golden State Warriors sbancano il Boston Garden 107-97

Grazie ai 43 punti messi a segno dal fuoriclasse di Akron, i californiani hanno riportato in parità la serie strappando ai Celtics il vantaggio del fattore campo

Steph Curry (ANSA)

Steph Curry (ANSA)

Boston (Stati Uniti), 11 giugno 2022 – Messi con le spalle al muro dopo il ko di gara 3, i Golden State Warriors hanno risposto da grandissima squadra, andando ad espugnare il TD Garden di Boston 107-97, riportando in parità la serie delle Finals NBA ma soprattutto strappando nuovamente ai Celtics il vantaggio del fattore campo. Un successo su cui c’è la firma in calce di sensazionale Steph Curry che ha vestito i panni del supereroe, dimostrando che l'infortunio di gara 3 era già acqua passata, prendendo per mano l’attacco gialloblu e chiudendo con un bottino di 43 punti (14 nel solo terzo quarto) conditi da 10 rimbalzi. In grande evidenza tra i californiani anche Andrew Wiggins che, come il compagno, ha chiuso in doppia doppia, portando a casa un bottino di 17 punti e 16 rimbalzi. Restano invece un pugno di mosche in mano e tanti rimpianti ai Boston Celtics che hanno dettato il passo di gara per tre quarti ma poi nel finale si sono offensivamente piantati nelle sabbie mobili al cospetto del quintetto “piccolo” schierato da Golden State, capace di fare la differenza su entrambi i lati del campo. Ai biancoverdi non sono bastate le prove di grande spessore di Jayson Tatum (23 punti e 11 rimbalzi), Jaylen Brown (21 punti) e Marcus Smart, ai quali si è aggiunto un Robert Williams dominante sotto le plance soprattutto nel primo tempo.  

La gara

Con un Curry recuperato ma senza Looney nel quintetto titolare per scelta di Kerr, i Golden State Warriors in avvio pagano la mancanza di centimetri nel pitturato e subiscono l’ottimo abbrivio dei Celtics che difendono forte e colpiscono in transizione spinti da Tatum (11-4). I californiani litigano con il ferro sbagliando le prime sei triple tentate, ma quando entrano in campo Wiggins e Looney le cose cambiano per i gialloblu che addirittura vanno a +5 con le bombe di Curry prima di essere di nuovo sorpassati in chiusura di frazione (28-27). E’ Poole, con due stilettate dall’arco, a vestire i panni del protagonista all’alba del secondo quarto ma Boston, grazie anche a un Robert Williams troneggiante sotto le plance, non deragliano e colpiscono piazzando un 10-0 alimentato dalle bordate di Smart e White, valse un +7 interno (49-42) che consegna l’inerzia del frangente ai padroni di casa, poi capaci di conservare due possessi di vantaggio fino al suono della seconda sirena (54-49). Dopo la pausa di metà gara, è eccellente il ritorno in campo degli Warriors che in un amen azzerano il gap (54-54). Dall’altra parte Boston risponde affidandosi a Smart che con cinque punti ravvicinati lancia un altro, timido tentativo di fuga dei biancoverdi, che si ferma però sul +6, perché in quel momento si accende Curry che inizia a colpire dalla lunga distanza (14 punti per lui nel quarto) tenendo in linea di galleggiamento Golden State che, proprio grazie all’ennesima bomba del suo numero 30, vince lo sprint di fine terzo quarto entrando nei 12' finali sul +1 (78-79). Anche la partenza del quarto quarto è nel segno dell’equilibrio che resta intatto fino a quando la difesa di Boston non stringe nuovamente le sue maglie e Brown torna a far male con quattro punti ravvicinati che ispirano un ulteriore allungo a +5 dei padroni di casa (91-86). E’ in quel momento che Kerr decide di giocarsi la carta del “quintetto piccolo” e la mossa si rivela azzeccata, perché la difesa gialloblu ne trae grande vantaggio e manda in tilt la fase offensiva dei Celtics. Ne nasce un 10-0 californiano nel segno di Thompson (autore del sorpasso) e Curry. Horford dall’altra parte prova a riaprire i giochi con la tripla dall’angolo del -3 ma è illusoria perché la benzina nel serbatoio dei Celtics è ormai finita e Looney e Curry possono chiudere i conti.

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