Giovedì 25 Aprile 2024

Nba, Gay: "La differenza tra Spurs e Raptors? Come tra il giorno e la notte"

L’ala dei texani commenta la trattativa che ha portato in neroargento DeRozan e punzecchia la sua vecchia squadra

Rudy Gay in azione con la maglia degli Spurs

Rudy Gay in azione con la maglia degli Spurs

San Antonio (Texas), 07 Agosto 2018 - Compagni di squadra a Toronto per circa undici mesi nel 2013, Rudy Gay e DeMar DeRozan si ritroveranno ad indossare la stessa canotta, questa volta dei San Antonio Spurs protagonisti qualche settimana fa dello scambio che ha portato in Canada Kawhi Leonard in quello che è stata l’operazione di mercato più chiacchierata non solo in Nba ma nell’intero emisfero della palla a spicchi, fatta eccezione per il passaggio di Lebron James ai Los Angeles Lakers. Ed in tal senso proprio Gay ha espresso la sua preferenza per la franchigia texana intervenendo nel podcast curato da Hartford Courant per conto della University of Connecticut. “La cosa migliore di San Antonio è il fatto che ti trattano bene. L’organizzazione si comporta in maniera ineccepibile sia con i giocatori sia con lo staff. Ad essere sincero non succede molto spesso in NBA". A dirlo è uno dei cestisti che in carriera ha indossato anche le maglie dei Sacramento Kings e, prima ancora, quella dei Memphis Grizzilies con cui ha giocato quattrocentosettantanove partite dal 2006 al 2013. Sulla permanenza di Leonard si è detto e scritto tanto nel corso degli ultimi mesi. Gay evidenzia un curioso dettaglio su come si sia svolta questa trattativa: “Leonard spingeva per andarsene in un mercato più grande e sono stati molto diretti nelle discussioni con lui. Alla fine l’hanno scambiato per un ragazzo (DeRozan ndr) che non aveva ricevuto lo stesso trattamento da parte dell’altra organizzazione. È come passare dalla notte al giorno. Quella trade nello specifico mostra la differenza tra i San Antonio Spurs e le altre organizzazioni”. L’arrivo in un nuovo club presuppone un fisiologico periodo di ambientamento. Gay ne è consapevole e spezza una lancia a favore del nuovo talento neroargento: “È difficile andare avanti e sradicarsi in un'altra città. Per DeMar, è un altro paese, quindi mi sento un po’ come lui. Sono stato in quella situazione. Non è facile".