Morte di Bill Russell, le reazioni della NBA. Jordan: "Pioniere come campione e attivista"

L'11 volte campione con i Celtics si è spento ieri a 88 anni

Bill Russell (Ansa)

Bill Russell (Ansa)

Boston (Stati Uniti), 1 agosto 2022 – La morte a 88 anni di Bill Russell ha indiscutibilmente scosso il mondo della pallacanestro e dello sport mondiale. Giocatore più vincente della storia NBA con i suoi 11 anelli vinti da giocatore – a cui ne vanno aggiunti due da coach, un oro olimpico e due titoli NCAA –, Russell è diventato una vera e propria icona dei Boston Celtics a cavallo tra gli anni 50’ e 60’. In queste ore si sono susseguiti infiniti messaggi di cordoglio da parte dei più illustri rappresentanti della società civile americana (anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha commentato con la notizia), dello sport e in particolare della pallacanestro che hanno inondato il mondo del web e dei social network come un fiume in piena: da Shaquille O’Neal, leggenda dei Lakers che ha scritto “Grazie per aver aperto la strada. Mancherai per sempre, leggenda”, agli ex Celtics Pierce, Allen e Garnett, senza dimenticare tanti giocatori biancoverdi del presente come Jaylen Brown. Non poteva poi mancare il messaggio di Michael Jordan, ai più noto come il più forte giocatore della storia del basket: “Il mondo ha perso un pioniere – ha scritto una nota diffusa sui canali degli Charlotte Hornets di cui è proprietario – come giocatore, come campione, come primo allenatore afroamericano della NBA, e come attivista dei diritti sociali. Ha spianato la strada ed è stato un esempio per ogni giocatore di colore che è arrivato nella lega dopo di lui, me compreso. Il mondo ha perso una leggenda, condoglianze alla famiglia”.

Il cordoglio del commissioner NBA Adam Silver

Non poteva poi mancare il messaggio della NBA: “E’ stato il più grande campione degli sport di squadra – ha detto il commissioner NBA, Adam Silver –. Gli innumerevoli riconoscimenti che ha ricevuto nella sua straordinaria carriera con i Celtics sono solo l’inizio del racconto della storia dell’immenso impatto che ha avuto Bill nella nostra lega e nella società civile. Bill si è distinto per qualcosa di più grande dello sport: i valori di uguaglianza, rispetto e inclusione che ha impresso nel DNA della NBA. Al culmine della sua carriera ha combattuto per i diritti sociali e la giustizia, principi che ha trasmesso a generazioni di giocatori NBA che hanno seguito i suoi passi. Attraverso impensabili avversità e minacce Bill è cresciuto ed è rimasto fedele al principio che vuole che tutti vengano trattati con dignità”. Silver ha poi proseguito: “A 35 anni di distanza dalla fine della sua carriera da pioniere, conclusa come primo allenatore afroamericano della NBA, abbiamo avuto la fortuna di vederlo a tutti i principali eventi della lega, comprese le Finals dove ha consegnato il trofeo a lui intitolato all’MVP. Ho amato la nostra amicizia ed è stato entusiasta quando ah ricevuto la Medaglia Presidenziale della Libertà. Spesso l’ho chiamato il Babe Ruth del basket per come ha lasciato il segno nel tempo. Bill è stato l’ultimo vincitore e uno straordinario compagno di squadra. La sua influenza nel mondo NBA resterà intatta per sempre. Alla moglie, alla famiglia e agli amici le nostre più sentite condoglianze”.