Cremona a un passo dalla sua prima storica finale Scudetto
Venezia 3 giugno 2019 – La Vanoli Cremona si porta avanti 2-1 nella serie di semifinale playoff Scudetto contro l’Umana Reyer Venezia, che incassa la prima sconfitta interna nella post season arrendendosi per 73-75 dopo un tempo supplementare. I diciotto punti di Austin Daye non servono ad evitare la seconda vittoria in quarantotto ore della compagine allenata da Meo Sacchetti che, adesso, è ad un passo dalla finalissima, alla quale è già approdato il Banco di Sardegna Sassari. L’avvio è all’insegna dell’equilibrio in un Taliercio colorato a festa per questo atteso appuntamento. Saunders ed Haynes scaldano immediatamente le mani dall’arco dei tre punti, ma è l’ingresso dalla panchina di Austin Daye a dare la prima vera scossa agli orogranata coi dieci punti realizzati nella sola prima frazione in cui le percentuali non sono elevatissime e Vidmar dalla lunetta regala il primo vantaggio alla sua squadra (20-18). Si sveglia la classe italiana nelle fila ospiti con Ricci ad inaugurare il parziale di 11-0 con cui il punteggio viene ribaltato in pochi minuti: Gazzotti ed un gioco da tre punti di Crawford regalano il 20-29 prima del rientro dell’Umana propiziato da Stone e Bramos.
L’intervallo carica a dovere Mathiang che prende la scena apparecchiando sulla testa dei malcapitati lunghi veneti: un alley-oop di Ruzzier trasformato in schiacciata da poster vale il 39-47. Sembra tutto facile per Cremona che, a suo malgrado, spegnerà la lampadina in attacco sbagliando quasi tutto nei due minuti conclusivi della terza frazione che rianimano la Reyer. Nessuna delle due contendenti riesce a mettere definitivamente il naso avanti in questo testa a testa che premia Saunders prima e Crawford poi coi canestri che valgono l’overtime. La palla pesa e bisogna attendere qualche minuto prima che la Vanoli con Stojanovic lasci sul posto Bramos con l’ex Torino che va a depositare il canestro del 69-73. E’ il preludio alla vittoria finale della Vanoli Cremona sancito dal due su due ai tiri liberi di Saunders.
Davide Baselice