Balsamo seconda Barbieri, poker di medaglie

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di Angelo Costa

A differenza degli uomini, che una settimana prima si erano sfasciati sul più bello, l’Italia delle donne a Monaco non si ferma a metà dell’opera: arriva a un passo dal titolo Europeo di ciclismo solo perché allo sprint l’olandese Lorena Wiebes è di una categoria superiore, ma raccoglie altre due medaglie, portando il conto finale a quattordici (tre ori, sei argenti e cinque bronzi).

"Ci siamo andate vicinissime, dopo un grande lavoro di squadra. Wiebes di solito dà due bici a tutte, io mi sono fermata a mezza ruota: tenevo a questo Europeo, ma il vero obiettivo resta il Mondiale", l’analisi con l’argento al collo di Elisa Balsamo, iridata in carica arrivata a un passo dallo scatenato talento olandese, che ha 23 anni e quest’anno ha già vinto 18 gare, compresi due sprint al Tour. A far da apripista a Balsamo una squadra perfetta nei sincronismi, con il lancio finale di Rachele Barbieri che sulla spinta chiude terza, confermandosi la vera star azzurra di questa spedizione: dopo i tre podi in pista (due ori nella madison e nell’omnium, l’argento nel quartetto), la modenese aggiunge un significativo bronzo su strada, dove era al debutto in azzurro fra le elite.

Di Italia ce n’è anche alla Vuelta: merito di Edoardo Affini, mantovano di 26 anni con ottime doti da cronoman, che balza al comando della Vuelta grazie al gioco dei piazzamenti dopo il successo della sua Jumbo nella cronosquadre d’apertura. Primo italiano a riuscirci sette anni dopo Aru, lo fa nella terza tappa in Olanda, a Breda, finendo ventesimo nello sprint vinto dall’irlandese Sam Bennett, subentrando al compagno Teunissen che a sua volta aveva ereditato la maglia dal connazionale Gesink: essendo la Jumbo olandese, ha tutta l’aria di essere una staffetta non proprio casuale. Per Bennett è il secondo successo di tappa in fila, il quinto nella corsa spagnola che domani, dopo il trasferimento, ripartirà dai Paesi Baschi. Vento di Bora anche sulla ritrovata Classica di Amburgo: il team tedesco si impone con l’austriaco Marco Haller, che coglie di sorpresa il fenomeno belga Van Aert.