Giovedì 18 Aprile 2024

Aspettando un altro Verona

Italo Cucci

La Juventus appena può scrive la storia. Talvolta anche storiacce, come ieri sera a Haifa, chiamandosi praticamente (non aritmeticamente) fuori dalla Champions al primo girone infernale, sconfitta dal Maccabi. Come nel 2002, come nel 2009, come nel 2014, evento che fece scrivere pagine di dileggio e di rabbia: il Galatasaray, la neve, Sneijder e Mancini fecero fuori il Conte furioso. Mentre iersera Allegri era mesto. E pronto a fare le valigie. Al di là delle parole dette a caldo, chi si scandalizzerebbe se Andrea Agnelli – sentito John Elkann – interrompesse il più lungo e costoso contratto offerto dalla Signora al Conte Max, dopo avere scaricato Sarri e Pirlo che non erano capaci di portare a casa la Champions? Per questo a Torino hanno riportato a casa Allegri, per vincere la Champions che manca da 26 anni. Ed eccoli disperatamente appesi ai prossimi confronti con Psg e Benfica, addirittura speranzosi di altri successi del Maccabi. È forse il caso di affidare l’ultima chance al tecnico che sembra da tempo abbandonato dalla squadra (e dal vicepresidente Nedved)? Son tutti brocchi e disarmati, Vlahovic & C, davanti al cannoniere Atzili e ai suoi gagliardi compari? (Compriamolo subito…) No. È solo tutto sbagliato, tutto da rifare. E il campionato? Se non si verifica uno di quei miracolosi risvegli cui s’appiglia l’Allegri speranzoso, nel 2023, centenario del grande amore Agnelli-Juventus, a Torino scorrerebbero fiumi di lacrime.

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